Intervistato da Fanpage.it, Christian Abbiati ha detto la sua sui diversi temi che orbitano attorno alle vicende rossonere, con un pizzico di nostalgia per l’ambiente in cui è cresciuto come calciatore e come uomo.
Sull’esordio: “Sensazioni strane, indescrivibili. Quando osservi dalla panchina, vedi che ci sono 80mila spettatori, ma poi quando scendi in campo è un’altra cosa. E’ una situazione particolare”
Su Donnarumma: “Mihajlovic mi chiese se era pronto, aveva qualche dubbio, io no. Gli dissi di andare tranquillo. Ha testa e forza fisica. Una dote naturale. Per me Dio ha guardato giù e ha detto: ‘Tu devi fare il portiere’ . Ora ha pressioni e aspettative. E’ chiaro che il suo futuro dipende anche dalle ambizioni della società.
Sul closing “Mi è difficile pensare a un Milan senza Berlusconi e Galliani. Così come mi è stato difficile pensare a un Milan senza Braida. I dubbi dei tifosi sono leciti, ti vengono. Son tanti soldi, ma aspettiamo. Quando le cose saranno concluse, qualche risposta l’avremo”
Su Maldini: “Spero di rivederlo in società. Penso però che stia aspettando il closing e il piano industriale della nuova proprietà. Secondo me ha fatto benissimo a non accettare in questo momento. Senza certezze, non avrebbe senso”.
Sul suo possibile ritorno al Milan, da dirigente: “Magari, ci andrei a piedi”
Su Montella: “Ha dato un gioco e hanno ringiovanito la rosa. Hanno grandi margini di miglioramento, sono cresciuti molto. Spero arrivino in Europa”
Sull’addio di alcuni giocatori: “Alcuni giocatori non era degni del Milan. Anzi, nemmeno di Milanello. Ora non ci sono più. Ora c’è un gruppo unito, senza è difficile vincere. La base è giovane”.