Da oggetto misterioso (e criticato), a uomo del momento. È questa la parabola stagionale di José Sosa, arrivato nel mercato estivo dal Besiktas e trasformatosi nel perno centrale della mediana rossonera. Dopo il periodo di adattamento iniziale e del lavoro atletico per ritrovare la gamba, il nativo di Carcaraña ha saputo imporsi ad alti livelli, conquistando la maglia da titolare del Milan. Tra pochi minuti, l’argentino sarà ospite di Milan TV, il canale ufficiale societario. SpazioMilan.it vi fornirà in diretta tutte le dichiarazioni live dell’atleta rossonera. Tutto live, tutto su SpazioMilan.it!
LE PAROLE IN DIRETTA
– Esultanza ‘salando la carne’: “Prima penso al gol, poi vedrò che fare dopo“.
– Su Donnarumma: “Mai visto uno così per l’età che ha. Straordinario. Voi lo vedete solo la domenica, noi che lo viviamo ogni giorno possiamo dirvi che è darvi un grandissimo“.
– La bontà del gruppo: “Nei momenti di difficoltà, ho visto realmente compattarsi il gruppo. Mi fa un enorme piacere condividere lo spogliatoio con questi ragazzi, tutti diversi ma che ci troviamo alla grande“.
– Valutazione sul possibile 4-2-3-1: “Con Montella c’è sempre stato un rapporto chiaro e diretto. È sempre stato in grado di dirmi ciò che aveva bisogno di me, anche se magari soffrivo perché stavo fuori. Adesso ha scelto me, vede che sto bene ma non saprei sul modulo”.
– La scelta del numero 23: “Quando sono arrivato, non c’erano tanti numeri liberi. Ho visto il 23, ho pensato a Jordan, non ho avuto dubbi“.
– I tatuaggi: “Penso che ne farò uno anche legato al Milan. Mi piacciono questi colori, vediamo, sono in stretto contatto con il mio amico che mi fa i tatuaggi“.
– Rapporto e consigli con Locatelli: “Guarda tutto e tutti. Studiava anche me ed altri che, all’inizio, eravamo le sue riserve. Sta imparando e dimostrerà il suo valore. C’è un ottimo rapporto, sereno e senza confronti“.
– Conquistare il posto da titolare al Milan: “Il momento è stata la gara contro la Lazio. Vedevo che la squadra non c’era e sentivo la responsabilità. Abbiamo grandi calciatori ma questa volta sono stato io a spronare gli altri. A Roma è stato fondamentale per trovare fiducia. Ho cercato la verticalizzazione per Suso, ho la qualità per fare uscire la palla in questo modo. Poi sapevo che Suso avrebbe chiuso bene l’azione“.
– Su Juventus-Milan: “Giocare a Torino sarà una battaglia. Non una finale ma una possibilità per dimostrare le nostre qualità, per portare questa società il più in alto possibile. Di Dybala e Higuain si sa tutto, c’è poco da studiare dei grandi campioni. Sono gare in cui c’è più tensioni rispetto alle piccoli, è normale. Queste gare si vivono già da qualche giorno prima“.
– Gol argentino contro la Juventus: “L’ultimo è stato Maxi Lopez, speriamo di rifarci venerdì. Un argentino deve esserci nella storia del Milan“.
– Il derby di Milano: “Bellissimo da vedere, anche perché l’ho vissuto dalla panchina. Sensazioni uniche, l’ambiente che si trova non si trova ovunque. Sarebbe splendido giocare quello del ritorno“.
– Le punizioni ai tempi dell’Estudiantes: “Ogni giorno, prima della partita, ci sfidavamo io, Veron e Benitez. Chi segnava di più, avrebbe poi calciato la prima il giorno dopo“.
– Si parla di Champions in spogliatoio? “Noi pensiamo di arrivare al massimo. Poi dovesse arrivare bene, ma adesso sappiamo che dobbiamo crescere e migliorare, cercando di sbagliare poco“.
– I calci di punizione: “Ci sto lavorando, mi alleno ogni giorno. Anche Suso e Deulofeu lavorano con me, manca Jack che lo faceva. Mi piace tantissimo calciarle, ho spesso segnato in carriera e credo che lo farò ancora“.
– I cambiamenti del ruolo: “Montella mi ha ritagliato un ruolo in cui mi trovo benissimo. Mi piace giocare in questo sistema, ricopro una posizione importante per la squadra. Cerco sempre di migliorare nei dettagli da regista come il contrasto, e lo dicono i numeri. Se il mister dice che questo ruolo mi gioverà, io gli credo. Mi sento benissimo anche a 31 anni“.
– Le sfide a biliardo a Milanello: “Adesso siamo in tanti a cui piace, quindi possiamo organizzare i tornei. Tra sudamericani, poi anche Suso e Deulofeu, ci sfidiamo sempre. L’ultima volta abbiamo perso io e Ocampos, adesso dobbiamo perdere qualcosa. Non è normale che io perda ma è successo (ride, ndr)“.
– Il rapporto con Paletta e Vangioni: “Loro mi prendono in giro per come mi vesto, sopratutto le scarpe. E niente, continuano a farmi gli scherzi“.
– Il rituale del mate pre partita: “Lo prepara sempre Gustavo (Gómez). Andiamo tutti i giorni insieme agli allenamenti e lo portiamo sempre noi, poi gli altri portano qualcosa da mangiare con il mate“.
– Consigli ai giovani del Milan: “Devono essere professionali, cercare di aiutare i compagni ed allenarsi al massimo. Abbiamo un gruppo straordinario, loro ne stanno giovando“.
– Il momento di difficoltà iniziale: “Non era facile, sopratutto per un giocatore come me che non aveva fatto il ritiro. Adesso mi trovo benissimo, ma ho vissuto un’estate praticamente sempre fermo. Il mister è stato bravo a tutelarmi, aspettando il momento giusto per farmi giocare“.
– Soprannome dei compagni: “Stiamo ancora cercando quello di Ocampos, è arrivato da poco. Quando arriva uno nuovo, cerchiamo di studiarlo e poi gli diamo il nome. Vangioni invece comunque continuiamo a chiamarlo el Piri. Paletta? Lo chiamiamo il Nonno“.
– La mancanza del gol: “Sono arrivato poco davanti alla porta. Ma sono tranquillo, prima o poi arriva“.
– Sul ruolo da regista: “Mi piace. È un modulo ed una posizione diversa da quella in cui giocavo negli anni precedente, ma mi piace perché tocco maggiormente la palla“.
– I messaggi d’affetto di Oddo e Toni: “Sono amici, scherzavamo sempre. Ho visto Massimo poco fa, quando abbiamo giocato contro il Pescara“.
– I problemi in Ucraina e Turchia: “Sono andato via prima che scoppiassero i problemi, ma sono sempre stato accerchiato da sudamericani, quindi mi sembra di essere a casa. Noi latini siamo differenti dagli europei, facciamo a cerchio“.
– Successi in Argentina, Germania, Spagna e Turchia. Il preferito? “Quello con l’Estudiantes. Una storia iniziata da piccolo, lasciando casa da bambino, e quel titolo per me è speciale. Ma tutti gli altri non li dimenticherò mai. In Spagna, ad esempio, vincemmo contro Barcellona e Real Madrid, qualcosa di incredibile“.
– Soprannome Principito: “Preso all’Estudiantes. Tutti mi dicevano che sembravo Francescoli, el Principe, e tutti hanno iniziato a chiamarmi così“.
– Ecco José Sosa: “Da piccolo avevo la bandiera del Milan in camera. Ma mi ero dimenticato di questa cosa, è stata mia madre a mandarmi la foto quando è uscita l’ufficialità del mio passaggio in rossonero“.