La gara contro il Pescara, oltre a essere fondamentale per l’Europa, riporta alla mente la sfida dell’andata che ha visto esordire in maglia rossonera Mario Pasalic. Fino a quel momento il croato era stato un autentico oggetto misterioso per il Milan.
Si parlava già di addio a gennaio, di fine anticipata del suo prestito, invece da quel freddo pomeriggio del 30 ottobre scorso è arrivata la svolta ed è iniziata la sua storia nel Diavolo.
Da quel momento la scalata è stata rapida e colma di soddisfazioni, dal primo gol col Crotone a quel rigore di Doha che ha fatto urlare di gioia tutti i tifosi del Milan, fino al gol-impresa di Bologna. Montella è stato bravissimo a gestire l’ex Chelsea e a inserirlo al momento giusto, dandogli per mesi la maglia da titolare. Con la crescita di Sosa e il primo rientro di Bertolacci è tornato di più nelle rotazioni del centrocampo in questi primi mesi del 2017 ma resta una risorsa molto importante.
All’Adriatico non si sa ancora se partirà da titolare ma soprattutto l’incertezza riguarda anche il suo futuro. Arrivato in prestito secco, in questo momento lo stallo sulla cessione societaria sta bloccando ogni tipo di programma per la prossima stagione. Sono in stand by i rinnovi di contratto, figuriamoci i giocatori che non sono di proprietà del club di via Aldo Rossi. Dopo i bagliori di inizio carriera in cui aveva incantato tutta Europa, questa per Pasalic è stata la miglior stagione da quando è dei Blues che hanno sempre deciso di mandarlo in prestito. Vero che al momento ha giocato e segnato meno rispetto alle annate con Elche e Monaco ma le 21 presenze fino a qui al Milan pesano decisamente di più. Come in ogni ambito rossonero regna il dubbio e il ‘vediamo a fine stagione‘, presagio di incertezza e imprevedibilità sulle mosse future. Pasalic resta una pedina decisiva per tornare in Europa dalla porta secondaria, anche se lui potrebbe giocarci comunque l’anno prossimo, con Conte in panchina.