Intervistato dai microfoni di Radio Uno, per il programma Radio Anch’io Sport, il presidente dell’AIA Marcello Nicchi ha espresso il suo pensiero riguardo le polemiche scaturite dagli episodi accaduti nel match di campionato Juventus-Milan: “Speriamo che ne arrivino tante di giornate positive. Siamo contenti di questo ma non siamo allarmati per quando veniamo ingiustamente attaccati. Il mio ruolo e quello degli arbitri è quello di diffondere certezze e serenità. Gli arbitri sono sicuri e tranquilli e lavorano affinché ci siano sempre meno polemiche inutili. Arbitri e dichiarazioni? L’obiettivo rimane, ma abbiamo fatto un grande passo indietro dopo le valutazioni di Juventus-Milan. Abbiamo chiesto maturità, ma in queste giornate ognuno ha pensato ai propri interessi e non al calcio e alla violenza che si può generare con tali dichiarazioni“.
Nicchi ha poi tuonato: “I pochi errori arbitrali commessi sono serviti per coprire il fallimento dei risultati di qualche squadra. Con questo continuo parlare di poco abbiamo fatto del male al calcio italiano. Partite bellissime sono state ricondotte a un episodio arbitrale, cose che capiteranno sempre anche quando ci sarà l’avvento della tecnologia. Chi è che attacca gli arbitri? Tutti quelli che non vogliono bene al calcio. Chi non ha parlato di partite belle non conosce il regolamento. Sono quelli che non fanno del bene al mondo giovanile e scolastico per esempio. In mezzo a tutti questi però ci sono anche persone che lavorano per il bene del calcio. La risposta può essere riferita in due parole: abbiamo parlato troppo di un episodio e di un calcio di rigore, rispetto alla bellezza di quella partita. Chi ha sbagliato di più dopo Juventus-Milan? Diciamo che c’è un concorso di colpe. Perché invece di passare alla domenica dopo tutti si sono soffermati a parlare di quella. Tutti sbagliano, dai giocatori agli allenatori, sbaglia chi opera, ma abbiamo dato la sensazione che il calcio al suo interno non sia compatto come dovrebbe essere. Si fa intravedere qualcosa che non c’è. Ieri per esempio, i giocatori sono stati bravi perché hanno protestato meno e dunque gli arbitri hanno operato meglio. Nel giro di pochi anni verranno cambiati il 50% degli arbitri di vertice, anche in ambito internazionale. Se ognuno facesse la propria parte, staremmo meglio tutti. Più serenità c’è e meglio crescono i nostri arbitri, nell’interesse di tutti. Parlare dopo la partita? In questo momento, il nostro parlare significherebbe aggiungere polemiche. Verrebbe ripresa mezza frase per alludere a cose che non rappresentano la verità. Dovrebbero parlare meno gli allenatori. Un giorno, quando decideremo di parlare come classe arbitrale, sarebbe buono intervenire insieme allo stesso allenatore. Troppe volte l’arbitro a fine gara non hanno neanche il tempo di bersi un thé in pace. Ci sono tante cose che non funzionano. Arbitri pagati dalle leghe? Al momento mi risulta il contrario, non ce ne frega niente. A noi che paghi la Lega o la Federazione non cambia niente. Le Leghe non devono avere rapporti con il mondo arbitrale. Ci stiamo avvicinando a un momento importante per il calcio, sia per ricambio di persone che di regole, e dobbiamo mantenere la serenità lavorando affinché gli arbitri restino i garanti di questo gioco. Vogliamo ritornare ai tempi in cui si fischiava il fallo di confusione per togliere le castagne dal fuoco? La classe arbitrale è migliorata molto in tal senso. La vogliamo smettere di accerchiare l’arbitro ogni qual volta che viene fischiato un fallo? Io proporrò che ogni volta in cui si forma un capannello venga ammonito non solo chi protesta ma anche il capitano. Chi porta la fascia deve riprendere il giusto peso nel proprio gruppo anche all’interno del terreno di gioco con i propri compagni. Come pagano gli errori gli arbitri? Saltando un turno di campionato. Se un arbitro arriva ad arbitrare in Serie A è perché viene valutato all’altezza. Ieri si è giocata Foggia-Lecce, davanti a 20mila tifosi, il direttore di gara, Giua di Olbia, fra due o tre anni arriverà in Serie A e bisogna aiutarlo“.
Nicchi conclude con un pensiero sull’utilizzo della tecnologia: “La VAR? Avrebbe potuto aumentare le polemiche di Juve-Milan. Lo valuteremo insieme. Sono ansioso di vedere questa tecnologia in campo. Verranno criticati i registi anziché gli arbitri“.