Il Consiglio di Amministrazione del Milan ha deliberato che il 14 aprile ci sarà l’assemblea dei soci che nominerà il nuovo Board della società, in conseguenza del closing e quindi dell’avvenuto cambio di proprietà. Il 4 maggio ci sarà anche una seconda assemblea dei soci, che però dovrebbe assumere un significato pro forma, come confermato anche da Fininvest.
L’attenzione adesso è tutta concentrata su Yonghong Li: l’investitore cinese che acquisterà il Milan, scrive il Corriere dello Sport, è riuscito a raccogliere il denaro necessario a concludere la trattativa grazie all’aiuto del fondo Elliott, tuttavia le certezze che orbitano intorno al rilancio della società nel futuro sono piuttosto deboli. Il rischio di perdere i 200 milioni che Li aveva già versato come caparra, ha spinto l’investitore a chiedere finanziamenti al fondo americano, che li ha concessi imponendo tassi di interesse molto alti (11,5% su 180 milioni e 8% su 120 milioni).
La natura speculativa che contraddistingue Elliott, fa si che il fondo compri il debito di aziende o di nazioni per poi rivenderlo o ricorrere in tribunale, guadagnando sugli interessi (gli esempi più eclatanti riguardano il Perù e, soprattutto, l’Argentina che fu mandata in default).
La speranza di Yonghong Li è che il governo cinese tolga al più presto il blocco sull’esportazione dei capitali all’estero, affinchè possa girare i soldi già raccolti in patria finora al fondo americano, che chiede interessi che ammontano a circa 30 milioni all’anno. Se Li non fosse in grado di adempiere a questi obblighi, il fondo Elliott potrà rifarsi su ciò che è stato messo in pegno da Li, quindi potrebbe appropriarsi del Milan per rivenderlo e recuperare i soldi dell’investimento, senza alcuna intenzione di potenziare la squadra.
This post was last modified on 28 Marzo 2017 - 10:36