CorSport: cessione Milan, le tappe di una storia infinita

Sono passati due anni da quando Silvio Berlusconi ha annunciato di voler vendere la sua creatura più preziosa, il Milan. Da allora sono cambiati gli interlocutori e i molteplici avvicendamenti hanno reso la storia infinita.

Il primo a varcare la soglia di Arcore, per trattare la compravendita del Milan, fu Bee Taechaubol nel dicembre 2014, scrive il Corriere dello Sport. Il magnate tahilandese ha più volte rivisto la sua parte nella trattativa, passando dall’acquisto della maggioranza a quella di socio di minoranza, ma l’interesse è andato via via spegnendosi fino a tramontare definitivamente a inizio 2016. A maggio 2016, Fininvest firma un contratto di esclusiva con un gruppo di imprenditori cinesi rappresentati da Sal Galatioto e Nicholas Gancikoff. Cambiano ancora le carte in tavola: i due advisor vengono esclusi e Fininvest firma un accordo con Ses per la cessione del 99,93% delle quote del Milan. Sino-Europe Sports è un fondo in cui convergono gli imprenditori interessati al Milan, rappresentato in Italia da Marco Fassone.

Gli accordi prevedono il pagamento di alcune caparre entro date specifiche, accordi rispettati e soldi puntualmente versati, con il closing previsto il 7 dicembre. Questa data viene posticipata, dietro il pagamento di un’altra caparra, al 3 marzo 2017 a causa dei ritardi nell’ottenere le autorizzazioni dal governo di Pechino. Ses raccoglie il denaro rimanente fuori dai confini cinesi, aggirando le autorizzazioni, tuttavia ieri c’è stato l’ennesimo stop di una vicenda che sembra essere lontana dalla conclusione.

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