Closing o non closing? Il dilemma di tutti i tifosi, ambiente ed addetti ai lavori del Milan negli ultimi mesi, ormai da quest’estate almeno, è diventato questo. Una telenovela infinita che vive ogni giorno una nuova puntata in cui attori protagonisti e non cambiano carte in tavola e finale che ad un certo punto sembrava già scritto. Da dicembre si è passati a marzo, prima di un secondo ed imprevisto slittamento che ora dichiara come il 14 aprile la nuova data per una chiusura che ormai molti vedono davvero come un miraggio. Rate, caparre, autorizzazioni, milioni, soci che si sganciano, paradisi fiscali, dichiarazioni di questo o quell’altro addetto ai lavori. Sono queste le parole d’ordine che riecheggiano tra i tifosi rossoneri che, normalmente, dovrebbero pensare e sognare a mercati faraonici, grandi nomi accostati di nuovo alla loro squadra e futuro ambizioso.
Il tifoso del Milan è ormai stanco di tutte queste storie, ma per fortuna quest’anno è tornato a tifare ed essere orgoglioso della propria squadra in campo. Eh sì, perché il paradosso di questa stagione, che sta per entrare nella sua fase conclusiva, è proprio questo: in mezzo al mare di confusione, incertezze ed assenze societarie, c’è una squadra viva, che lotta e che sta ottenendo anche dei buoni risultati, conditi da un gioco accettabile nei limiti delle possibilità di una rosa comunque limitata. Manco a dirlo il merito di tutto ciò è senza ombra di dubbio del condottiero di questa squadra, quel Vincenzo Montella che ha saputo trarre vantaggio da questa grottesca situazione e sta gestendo il gruppo alla perfezione, riuscendolo ad isolare da tutto ciò che accade all’esterno.
Non è nemmeno così assurdo pensare che sia stata proprio la mancanza di pressioni dirigenziali e di obiettivi dichiarati la vera fortuna del tecnico rossonero. Tutti i suoi predecessori, infatti, dall’ultimo Allegri a Mihajlovic, passando per Seedorf ed Inzaghi, hanno dovuto fare i conti con un ingombrante volontà dirigenziale, sia per questioni legate il campo che per quelle legate più strettamente ai calciatori. Ed allora, non avendo mai una rosa abbastanza competitiva, hanno tutti fallito miseramente, fallendo la qualificazione alle Coppe europee. Cosa che Montella sta cercando in tutti i modi di non fare. Da domenica si torna in campo contro il Pescara e si tornerà ad essere concentrati esclusivamente sull’obiettivo Europa League. La vittoria della Supercoppa Italiana, la valorizzazione di tanti giovani talenti e la riscoperta di calciatori che si erano un po’ persi, la formazione di un gruppo unito e compatto, però, rappresentano già una vittoria dell’allenatore che ora deve cercare soltanto di completare l’opera.