Il closing se n’è andato (e non ritorna più?)

Federica Barbi è laureata in Lettere Moderne e Giornalista Pubblicista dal 2012. Collabora con SpazioMilan.it quasi dalla sua nascita, esattamente dall’aprile del 2012. Segue il Milan dalla lontana Torre Annunziata, in provincia di Napoli, ma quando può corre a rifugiarsi a San Siro, per seguire da vicino le vicende rossonere. Attualmente collabora anche con Vesuvio Live e Betclic. 

Sembrava che il momento fosse finalmente arrivato. Dubbi, misteri, presunti cinesi mai visti e mai neppure identificati, milioni sulla carta e pochi nelle casse: il cammino del Milan verso il closing è stato tortuoso e discontinuo, ma era giunto al traguardo. Tra oggi e sabato, Berlusconi avrebbe dovuto abdicare per lasciare spazio ai nuovi proprietari e al nuovo Cda così composto: Yonghong Li (presidente), Marco Fassone (amministratore delegato) Han Li, Roberto Cappelli, Marco Patuano, con questi ultimi due consiglieri indipendenti.

Ma il condizionale si dimostra ancora una volta pericoloso, visto che il fatidico passaggio di consegne non arriverà, non oggi, non domani, non dopo domani. Sempre se arriverà. Scherzi (mica tanto!) a parte, quello che sembrava un tranquillo pomeriggio di Carnevale si è trasformato in uno stop pericoloso alla trattativa. Cosa è successo? Semplice, alcuni soci-investitori si sarebbero tirati indietro, riservandosi la possibilità di finanziare il progetto. Così, Yonghong Li avrebbe chiesto uno spostamento del closing e un pagamento dilazionato.

Il tutto dovrebbe slittare di un altro mese, in cui è ipotizzabile che Li cercherà nuovi investitori. Un colpo di scena che ha deluso i tifosi rossoneri e sorpreso anche gli addetti ai lavori. In questi 30 giorni dovrebbe essere versata nelle casse rossonere (come penale) un’altra caparra di 100 milioni. 

Altro che saluti a Berlusconi, qui sono troppe le cose a non tornare. Sui social, infatti, impazzano le polemiche di tifosi stanchi di aspettare. Sono in molti a non credere più nella trattativa con i cinesi, molti a dubitare del lieto fine. E, francamente, chi non lo farebbe?

Povero Milan, non meriti anche questa umiliazione.

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