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Cessione Milan: la lettera dei piccoli azionisti a Fininvest e Sino Europe-Sports

Egregi Signori di S.E.S. e Fininvest,

Vi indirizzo questa lettera aperta anche a nome dei moltissimi tifosi rossoneri che hanno condiviso con me le speranze e le preoccupazioni di questi mesi, così come lo stupore e la rabbia di queste ultime ore. Ancora una volta è sfumato il passaggio di proprietà del pacchetto di maggioranza del Milan.

Una premessa, condivisa da gran parte dei milanisti: Fininvest – lo ammette anch’ essa – non è più in grado di restituire il Milan alla ribalta del grande calcio e deve cedere il passo a chi ha disponibilità molto più ampie per investire nella ricostruzione della società e della squadra.

Noi aggiungiamo che non si tratta solo una questione di risorse finanziarie: da anni il Milan è gestito in modo fallimentare e ottiene contemporaneamente risultati economici disastrosi e risultati sportivi lontanissimi da quelli ai quali il Milan deve ambire. In ogni caso, tutti d’ accordo sul fatto che l’ azionista di controllo debba farsi da parte. Tutti d’ accordo sul fatto che Fininvest – come Berlusconi ci assicura da due anni – debba lasciare il Milan in buoni mani.

Da un anno, dopo la pantomima di Mister Bee e di Pablo Dana, sui quali è calato un pietoso velo, seguiamo la trattativa del Fondo Cinese ora promosso da S.E.S. Da agosto 2016, dopo la misteriosa operazione che liquidò in una notte i suoi primi rappresentanti Galatioto e Gancikoff (vicenda che, alla luce di quanto ora accade, appare tristemente premonitrice), attendiamo che al preliminare segua questo benedetto closing.

Ma da allora, soprattutto, attendiamo e continuiamo a invocare una informazione completa e trasparente sulla situazione (niente di trascendentale; semplicemente quella che è pretesa dagli standard dei mercati internazionali dopo la firma dei primi atti impegnativi).

Da allora continuiamo ad invocare chiarezza sui mezzi, sui programmi e sugli obbiettivi: chiarezza che è il primo dovere verso i tifosi rossoneri, che del Milan – come finalmente ora ammettono tutti – devono essere considerati i veri proprietari. Non ci bastano le generiche intenzioni di voler riportare il Milan tra le grandi mondiali; non ci bastano le cronache semiclandestine sui viaggi in mezza Europa dei rappresentanti italiani di S.E.S. a visionare calciatori da acquistare prossimamente.

Chi ha promosso una operazione da oltre un miliardo di Euro (tanto per cominciare) non può non avere predisposto un business plan pluriennale che tenga conto di disponibilità adeguate, progetti seri e strutturati, obbiettivi economici e sportivi dichiarati ed ambiziosi.

Di queste disponibilità, di questi progetti, di questi obbiettivi, ci dovete dare conto e dimostrazione. S.E.S. non può pensare – dopo quello che è accaduto – di tornare ad una riservatezza che oggi a noi pare, ancora di più, reticenza e incapacità di articolare un piano imprenditoriale e sportivo. Fininvest dichiarò ufficialmente, dopo il primo rinvio, che “le verifiche sulla solidità finanziaria degli acquirenti si sono basate sugli approfondimenti compiuti dai nostri advisors presso istituzioni ed operatori cinesi e internazionali; questa solidità è stata confermata dal pagamento, in anticipo sui tempi previsti,della caparra di 100 milioni (che poi sarebbero diventati 200 – n.d.r.)”. Berlusconi in persona dichiarò di avere personalmente verificato che tre importanti entità statali cinesi erano sottoscrittrici del Fondo acquirente.

E di tali verifiche vogliamo ora sapere, anche perché sono state affidate a primarie banche d’ affari internazionali, mentre le parti sono state assistite da due dei più importanti e reputati studi legali italiani. E Fininvest smentisca, se può e come ha il dovere di fare, i commentatori e i giornalisti che vanno raccontando di operazioni simulate con controparti “inesistenti” e di manovre elusive della normativa fiscale e di quella antiriciclaggio.

Ammesso e non concesso che S.E.S. riesca a trovare i soldi per pagare le azioni, essa ci spieghi come pensa di ottenere anche le risorse per coprire le perdite 2016 (che si annunciano stellari pure in quell’ esercizio); ci spieghi dove pensa di trovare l’ affidamento per rinegoziare il debito del Milan verso le sue banche; ci spieghi come pensa di offrire le garanzie che nella disastrosa situazione economica della società permettono esse sole ai revisori di certificarne il bilancio e attestarne la continuità aziendale; ci spieghi come e quanto intende spendere per una indispensabile campagna di rafforzamento dell’ organico.

Se, invece, Vi limiterete ad accordarvi tra Voi per una terza caparra ed un ennesimo rinvio, senza tenere conto del diritto dei tifosi di sapere tutta la verità e nient’ altro che la verità, noi Vi diciamo sin d’ora che nessuno, neppure il più sprovveduto, potrà credere che Voi vogliate il bene del Milan.

E attendetevi comportamenti conseguenti. Paolo Maldini venne criticato qualche mese fa, per avere segnalato queste stesse perplessità, ed avere rifiutato – per i legittimi dubbi sulla compiutezza del progetto – un ruolo che a noi pare assai opportuno che venga affidato ad una bandiera rossonera.

Ma oggi più che mai quella sfiducia continua ad essere la nostra sfiducia e dovete essere voi, acquirente e venditore, a vincerla e a dissipare – se ci riuscite – ogni nube. Se non ci riuscite, Vi preghiamo – per il rispetto che meritano tutti i tifosi rossoneri – di mettere la parola fine a questa brutta storia.

S.E.S. si ritiri e ammetta la propria inadeguatezza. Non provochi ancora la pazienza dei tifosi. Fininvest chiuda questa trattativa e cerchi sul mercato un altro compratore, degno questa volta. Nel frattempo approfitti della prossima assemblea – o, alla peggio, di quella imminente per l’ approvazione del bilancio 2016 – per licenziare gli attuali Amministratori Delegati e gli altri consiglieri e manager responsabili dell’ attuale disastro e per scegliere altri dirigenti ai quali affidare il compito di traghettare dignitosamente il Milan, per tutto il tempo che sarà necessario, verso altri lidi.

L’ azionista di controllo del Milan è una grande holding con interessi miliardari nel settore dell’ entertainment: non dovrebbe esserle difficile ingaggiare profili di grande qualità con questo obbiettivo. E’ un passaggio anch’ esso indispensabile; e non provvedere in tal senso sarebbe altrettanto provocatorio quanto proseguire in questa manfrina.

Tutti i rossoneri non possono che raccomandarsi al Vostro senso di responsabilità e restare in attesa di un Vostro preciso riscontro.

I miei migliori saluti.

Giuseppe La Scala – Piccolo Azionista del Milan

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redazione