Era il 2 maggio 2015 quando Mr. Bee si affacciava per la prima volta al Milan: il broker thailandese quel giorno incontrava Berlusconi, con la regia di Licia Ronzulli, ed era determinato a rilevare il 48 % delle quote societarie. La questione Taechaubol, tra personaggi di spicco come Nelio Lucas e la sua Doyen e comparse irrilevanti come quella di Pablo Dana, durerà quasi un anno. Il mercato “condiviso” infatti nascerà già con Mr. Bee, battezzando le operazioni Kondogbia (finito poi all’Inter) e Jackson Martinez (finito poi all’Atletico Madrid), entrambi della Doyen Sports. Quel fallimento sancirà il distacco dal fondo di Nelio Lucas.
Quasi un anno dopo dall’avvento di Mr Bee, precisamente il 10 maggio 2016, il Milan dopo la classica assemblea dei soci con un comunicato sancisce l’esclusività per la cessione della maggioranza del club ad una cordata cinese. E così via ad un altro mercato condiviso con l’asse Gancikoff-Galatioto. Galliani condividerà tutte le operazioni con il primo, ds designato della nuova cordata. Ma il 5 agosto si registra un altro colpo di scena: la cordata di Galatioto si defila, lasciando la scena a Yonghong Li che, coadiuvato da Han Li, firma il contratto per l’acquisizione del club rossonero. Tra rinvii e colpi di scena in Via Paleocapa arriveranno due caparre di 100 milioni, a fronte dei 620 complessivi. Come se non bastasse, il mercato invernale, sarà l’ennesimo condiviso, questa volta con Marco Fassone.
Due anni di “closing”, illusioni e false speranze per i tifosi rossoneri. Adesso basta, il Milan non merita questo. Dopo più di 600 giorni si deve fare CHIAREZZA.
This post was last modified on 21 Marzo 2017 - 10:10