Ha ragione Montella ad essere orgoglioso dei suoi giocatori, perché se una squadra segna un quarto dei gol totali nei 15’ finali vuol dire che ha gli attributi, che non molla mai e possiede un attaccamento a maglia e allenatore davvero apprezzabili. Il Milan di quest’anno è così: compensa con il carattere i tanti, forse troppi limiti tecnici, figlia di una non programmazione sul mercato e una cessione societaria logorante. Un blocco che non ha giovato al lavoro dell’Aeroplanino, comunque bravo a fare spesso le nozze coi fichi secchi: per esempio conquistando un’insperata Supercoppa, il fiore all’occhiello della stagione.
Riduttivo parlare di fortuna. Certo, specie fra Bologna e Lazio i rossoneri sono stati presi abbastanza “a pallate”, resistendo, uscendo dalla battaglia indenne o persino vincente. Piccolo dettaglio: per andare a segnare quasi allo scadere ci vogliono temperamento, personalità e una grande condizione fisica. Tutti elementi che un tecnico può e deve trasmettere: sia orgogliosa anche la società di Montella, allora, sottolinea Tuttosport, il quale ha forgiato un gruppo unito e intenso. E invece sono i giorni dei rumors, della crescente insofferenza scoperta in pubblica da parte di Berlusconi. Casualmente, o forse no, a ridosso del closing. Lo sa, il presidente, che per giocare bene e vincere ci vorrebbero i calciatori giusti, che servirebbe spendere? Pretende ma non compra: la realtà è che ci sono non poche formazioni in Serie A superiori al Diavolo. Visti i predecessori, considerati i vari esoneri, la convinzione che il problema non sia in panchina diventa scontato.
Misteri. Come è un mistero, si interroga sempre TS, il perché Galliani si sia prestato a presentare Marco Fassone – il suo rimpiazzo – a Silvio (a breve un ex). Presto la verità, in coincidenza con i 30 di presidenza e soprattutto il benedetto cambio di proprietà. Tenendo l’Europa League nel mirino, oggi e domani.