Se Berlusconi ha iniziato a diradare le telefonate a Montella, a ridurre al minimo i supporti pubblici e aumentare le lamentele in privato, siamo nella normalità o nell’eterno ritorno all’identico: Silvio non ha mai risparmiato stoccate ai suoi allenatori e a questo punto proseguirà così fino al closing – l’1 o il 3 marzo, ancora non è stato deciso – e forse anche dopo visto che rimarrà presidente onorario.
L’Aeroplanino, ricorda il Corriere della Sera, non era la scelta di Berlusconi: fosse stato per lui, in panchina ci sarebbe ancora Brocchi, invece Galliani spingeva per Giampaolo. L’ex Samp è stato il classico compromesso (azzeccato), deciso insieme a Nicolas Gancikoff, allora rappresentante della vecchia cordata cinese. Quello che non è normale è il resto, come il mercato a zero condiviso e l’incontro ovvio ma in gran segreto ad Arcore fra l’ex Cavaliere e Marco Fassone, accompagnato dallo storico AD, per conoscersi di persona e affrontare direttamente il tema della cessione societaria. Il tecnico ha dovuto barcamenarsi fra i risultati del campo e lo sta facendo bene, nel mezzo di un cambio di proprietà non certo chiaro. Situazione davvero complicata da gestire. Per muoversi in un ginepraio simile, fra attuali e prossimi padroni, servono spiccate doti da equilibrista: Vincenzo ci sta riuscendo, impassibile e fermo sulle proprie convinzioni (dalla dieta al modulo). E poi ha alzato una Supercoppa e in campionato rimane in corsa per l’Europa League. Meriti che i cinesi sono disposti a riconoscergli anche se non dovesse arrivare la qualificazione alle coppe (come in passato), annuncia sempre il CorSera.
This post was last modified on 15 Febbraio 2017 - 14:59