Montella ha creato un Milan di lotta: basta i fronzoli del passato, ora in campo si va di cattiveria

Nei 31 anni (o qualcosa in meno) di epopea targata Silvio Berlusconi non si era mai visto un “Milan di lotta”. Il diktat dell’ancora per poco presidente rossonero è sempre stato quello del comandare il gioco e del vincere sì, ma sempre ricercando la bellezza. E Vincenzo Montella si inseriva perfettamente in questo credo, visto quanto fatto nella sua carriera da allenatore, soprattutto sulla panchina della Fiorentina. Eppure, negli ultimi tempi il suo Milan è radicalmente cambiato, diventando una squadra che fa della battaglia la sua caratteristica preponderante. Il “turning-point” è stata sicuramente la sconfitta interna contro la Sampdoria, dopo la quale il Milan ha conquistato sette punti tra Bologna, Lazio e Fiorentina, mettendo in scena partite tutte molto simili tra di loro.

A confermare questo andamento sono anche i numeri riportati questa mattina da La Gazzetta dello Sport: i rossoneri hanno segnato quattro degli ultimi dieci gol dall’85° in poi, sintomo di una squadra che non molla mai fino al triplice fischio dell’arbitro. Il carattere si può dimostrare anche coi cartellini? Probabilmente si, se è vero che tra gialli e rossi i ragazzi di Montella ne hanno raccimolati ben 61 (nessuna delle big ne ha di più), frutto di ben 360 falli, ovvero ben 111 in più della squadra “più buona” del campionato”: il Napoli.

Ma non c’è dubbio che il carattere di una squadra si vede soprattutto dalle rimonte riuscite: il Milan ha rimontato e piegato Sassuolo e Crotone, superato Palermo ed Empoli dopo che l’avevano ripreso e pareggiato in rimonta in casa di Torino e Lazio, senza contare Doha, dove, in svantaggio per il gol a freddo di Chiellini, ha pareggiato con Bonaventura e sfiorato più volte una vittoria meritata e poi giunta ai rigori. Le stesse scelte tattiche di Montella dimostrano un cambio di atteggiamenti: lui che nella Fiorentina giocava con un centrocampo di palleggiatori (Borja Valero-Aquilani-Pizarro), ora ha concesso il minutaggio più alto a centrocampo a tre uomini decisamente più di sostanza che di qualità, ovvero Kucka Locatelli e Pasalic. Tanto carattere, dunque, quello che servirà domenica alle 15 quando il Milan si recherà a fare visita alla sua bestia nera, il Sassuolo di Eusebio Di Francesco: ci sarà da battagliare!

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