E’ uno dei talenti più luminosi del calcio italiano, si è preso il Milan e dopo l’infortunio di Montolivo ha coperto l’emergenza in mezzo al campo con la testa di un trentenne anche se di anni ne ha appena 18. Manuel Locatelli è da considerarsi a tutti gli effetti un grande protagonista di questo Milan, anche se sta vivendo settimane di flessione. E un girone dopo quello splendido pianto di gioia il bilancio non può che avere un segno più di fianco al suo giudizio. Contro il Sassuolo, all’andata, si fece conoscere dalla Serie A con quel pazzesco gol al volo che diede il via alla folle rimonta sui neroverdi. Poi l’esultanza, le lacrime a fine partita di quel ragazzino diventato uomo nel tempo di un tiro dal limite, in un pomeriggio in cui vide il suo sogno diventare realtà.
Montella da quel giorno non ha più rinunciato a lui che poi ha toccato anche l’apoteosi calcistica con il siluro che ha infilato Buffon, facendo esplodere San Siro. Una cavalcata fatta di titolarità e prestazioni, Manuel ha dato freschezza e qualità a una squadra che faticava a trovare l’equilibrio giusto e che ha avuto il suo apice a Doha. Mesi di concentrazione e fatica mentale al massimo dello sforzo che hanno portato, come è normale che sia a un ragazzo classe 1998, ad avere una flessione, di testa prima che tecnica. Il rosso allo Stadium in Coppa Italia, l’errore a Udine che ha regalato il pareggio dei friulani sono state le punte dell’iceberg che hanno fatto prendere la decisione a Montella di concedergli dei turni di riposo.
Un girone dopo, dal Sassuolo al Sassuolo, Locatelli sta trovando le prime difficoltà di una carriera che si prospetta lucente, ma è assolutamente al centro del progetto rossonero. Nessun caso, nessuna bocciatura e nessuna discesa nelle gerarchie, solo una scelta perché in questo momento il Principito offre maggiori garanzie. Contro la squadra da cui partì questo meraviglioso viaggio si siederà in panchina ma al Mapei Stadium chissà che non serva un’invenzione del piccolo grande Loca per risolvere la gara.