Mai dire mai con questo Milan, nel finale delle partite ormai può succedere di tutto. A Bologna era stato Deulofeu a inventarsi un’azione incredibile, in nove, prendendosi 3 punti da non crederci, ma il pareggio con la Lazio – scrive La Gazzetta dello Sport – è quasi più paradossale. Messo alle corde per un’ora abbondante, sommerso da un diluvio di tiri (più di 20) verso Donnarumma o dintorni a testimoniare un dominio pressoché totale dell’avversario, i rossoneri hanno fatto pagare carissimo ai biancocelesti l’incapacità di raddoppiare dopo il vantaggio su rigore.
Nel momento cruciale, Montella era tornato all’antica abbandonando l’esperimento del falso nove – Deulo di palloni giocabili non ne ha ma nemmeno se li crea – e inserendo una punta (Lapadula) insieme a un regista vero (Sosa). Ecco la rinascita. In quel quarto d’ora finale, nel quale Suso e compagni hanno già segnato 8 gol su 34, lo spagnolo ha avuto un’intuizione straordinaria; 1-1 ingiusto pesando le prestazioni in campo, ma la colpa è della Lazio. Il Diavolo sopravvive ancora, anche se la lezione dovrà comunque servire per l’avvenire onde evitare, per esempio, di insistere sull’attacco leggero: giocatori e gioco difficilmente lo permettono, a maggior ragione se, come ieri, l’obiettivo sembrava limitare i danni. La manovra si esauriva sulla trequarti, i lanci lunghi erano spesso impossibili da prendere per i “piccoletti” là davanti e la mossa di Poli su Biglia – in una sorta di 4-2-3-1 in fase di non possesso – non è bastata.
Donnarumma compie un paio di paratone vere, una su Hoedt, poi manca poco che riesce a toccare il rigore di Biglia. L’Aeroplanino ha azzeccato i cambi, Sosa per Locatelli (insiste a schermare la difesa e non si prende più responsabilità) e Lapadula per lo spento Ocampos, e conquistato un pari d’oro che gli permette di rimanere in corsa per l’Europa League. Incredibile ma vero, come la prova di Sosa che domina la mediana e la magia di Suso.