A poco meno di un mese (28 giorni) dalla deadline del 3 marzo, giorno del closing, emerge una novità di rilievo: la base operativa dei cinesi si è spostata ad Hong Kong per ovviare alle note difficoltà sull’autorizzazione statale sull’esportazione di capitali che hanno già prodotto il rinvio dopo l’atteso passaggio dello scorso 13 dicembre (l’arrivo della seconda caparra da 100 milioni).
C’è fermento nell’entourage di Yonghong Li. Fassone e Mirabelli sono a lavoro, nei rispettivi ruoli, per dare un’anima al nuovo corso e recuperare il tempo perso, ma la vera partita si sta giocando fra Guanghzou e Shenzhen, dove risiede lo stesso capo della cordata nonché i suoi partner più vicini. Da quelle parti, fino a domenica, sarà tutto bloccato per via del famoso Capodanno, però da lunedì si spingerà per l’accelerazione decisiva. Ecco perché fra gli acquirenti, segnala La Gazzetta dello Sport, c’è fiducia nel riuscire a dare la spallata decisiva entro venerdì prossimo sulle garanzie per il pagamento dei 420 milioni; 320 andranno a Fininvest, 100 serviranno per far tornare i conti della gestione sportiva, per la quale si prospetta un rosso di bilancio di 70 milioni. Solo così, poi, verrebbe convocata l’assemblea per il passaggio delle quote. Dagli advisor emerge un altro dettaglio fondamentale: l’identità degli azionisti, con percentuali di partecipazione superiore al 10%, sarà svelata in coincidenza con il completamento dei pagamenti.
This post was last modified on 3 Febbraio 2017 - 13:45