Zaccheroni, Terim, Leonardo, in parte Ancelotti, Alegri, fino ad arrivare a Mihajlovic, in tanti, quasi tutti, hanno dovuto fare i conti con le ingerenze presidenziali, rimettendoci, a volte, addirittura la pelle. L’anno scorso fu proprio Sinisa Mihajlovic a non poter portare a compimento il lavoro che aveva cominciato perché non aveva seguito i dettami berlusconiani. Quest’anno, invece, Montella si è trovato paradossalmente in una situazione di privilegio rispetto ai suoi predecessori. La situazione societaria, infatti, che tra ormai appena quindici giorni dovrebbe portare al tanto sospirato ed agognato cambio di proprietà, lo ha messo in condizioni di lavorare senza troppe ingerenze, senza troppi disturbi, seguendo solo e soltanto le sue idee e senza dover dar conto a nessuno. Questo lo ha portato ad amalgamare e formare un gruppo e a farlo crescere, portando in parte anche ottimi risultati.
L’ottimo girone di andata, la Supercoppa Italiana vinta, la lotta ancora aperta per entrare in Europa, la crescita di tanti giovani, sono risultati che Montella ha ottenuto senza uno stralcio di mercato (nelle due sessioni), senza una vera e propria società e andando avanti solo e soltanto per la propria strada. Finché non sono arrivate queste voci che parlerebbero di un malcontento presidenziale sul modulo adottato dall’allenatore. Secondo Berlusconi, infatti, il Milan sarebbe molto più adatto a giocare con un 4-3-1-2 (modulo preferito dal Cavaliere) che comprendesse Suso trequartista e due punte di ruolo, magari Bacca e Lapadula. Proprio lo spagnolo oggetto del contendere, però, ha un po’ sconfessato Berlusconi anche nell’ultima gara quando, allo scadere ha siglato un gol bellissimo e fondamentale, ma facendo alla perfezione un classico movimento da esterno d’attacco, da ala destra che rientra sul suo piede naturale e mette la palla sul palo più lontano. Un movimento da esterno di lusso e non da trequartista, un movimento alla Suso.
This post was last modified on 16 Febbraio 2017 - 10:51