Quella volta, a fine novembre, sembrava una battuta. Un boccone un po’ amaro da digerire, ma che non aveva fatto rumore né tolto il sorriso: non poteva essere diversamente, con il Milan appena vittorioso a Empoli e secondo in classifica (a -4 dalla Juve). Berlusconi chiedeva a Montella di far giocare Suso attaccante in un 4-3-1-2, modulo da sempre carissimo al presidente, insieme a una punta e con Bonaventura trequartista. Fu la prima e unica puntura pubblica di Silvio, ma in privato è andata diversamente.
Se c’era già qualcosa da ridire quando la squadra era vicino alla vetta, figuriamoci cosa può essere successo da metà dicembre in poi. Qualcosa è successo, cioè che Berlusconi ha alzato spesso il telefono per esprimere all’allenatore il proprio disaccordo, ovvero disappunto, su determinate scelte: tattiche, di formazione, l’attacco e il gioco. Le solite cose, che a parer suo determinavano la mancanza di risultati. Tutto pare iniziato dopo Roma, svela La Gazzetta dello Sport, ma la vera sorpresa è che le discussioni sono proseguite anche dopo Doha. Non proprio un ricordo qualunque, non certo scontato conquistare la Supercoppa battendo la Juve. Eppure non sufficiente a frenare le perplessità dell’ex Cavaliere, a cui non è scattato l’amore per un tecnico capace di migliorare molti aspetti di una squadra che si vorrebbe quasi elevare al Barcellona di Guardiola senza però aver preso i giocatori in grado di farlo. Un rapporto incrinato per un film già visto, arcinoto.
This post was last modified on 13 Febbraio 2017 - 14:10