Tra Bacca e il Milan non sembrano esistere vie di mezzo: o piovono gol o si resta a dieta ferrea. Carlos sa che le sue spalle sono cariche (spesso sovraccariche) di responsabilità e che se un attaccante non segna tende a innervosirsi. A volte fatica parecchio a digerire il cambio, come ieri. Quindi è recidivo. Montella l’ha tolto a un quarto d’ora dalla fine, dandogli una pacca affettuosa ma non ricevendo mezzo sguardo di reciproco conforto: il giocatore è andato in panchina arrabbiato, giacca a penzoloni e quella frase: “Perché sempre io?”. “Alla Balotelli”.
Polemiche, come detto, già viste in passato: col Pescara in questa stagione, lì il gesto fu più eclatante, e con il Carpi l’anno scorso (non diede la mano a Menez e fissò a lungo Brocchi in segno di sfida). Il colombiano ha avuto il piacere di giocare per intero solo 3 delle 17 gare in cui è stato titolare, non gira come dovrebbe e non riesce a inserirsi nel cuore della manovra. Forse se l’è presa per i fischi dei tifosi, anche se ragionevolmente erano rivolti alla squadra in generale; magari proprio all’attacco, inteso come reparto, perché il problema non è da ridurre solo al bomber. 5 punti in 7 giornate, si rimane qui e si deve ripartire dalla Samp perché ha evidenziato i principali difetti. Il confronto con le dirette concorrenti per l’Europa League è impietoso. Dalla Roma in poi, inizio dello sprofondo rosso, se si considerano i gol delle punte o degli attaccanti il Diavolo langue all’ultimo posto con 3 reti: 2 di Bacca e uno di Bonaventura. Anni luce rispetto al primato della Fiorentina (15).
This post was last modified on 6 Febbraio 2017 - 16:04