Quando Montella chiede una certa foga agonistica, di certo non lo fa con il pensiero di continuare a perdere giocatori per cartellini evitabili o con la certezza di partire con qualche calcio di rigore a favore degli avversari. Un Milan che ci mette la grinta, è vero, ma che a volte si lascia trascinare e supera il limite della decenza mettendosi spesso in difficoltà da solo.
Tornando alle ultime partite basta pensare a quanta fatica è stata fatta a Bologna nel recupero della diciottesima giornata con la doppia espulsione di Paletta e Kucka: il primo con due ingenuità clamorose, una spinta ad inizio gara e un fallo al limite con postura non eccellente e tuffo dell’avversario, il secondo con due falli a metà campo sanzionati con eccessiva diligenza dall’arbitro. Sempre di Paletta si parla nel match di San Siro con la Sampdoria: suo il fallo da rigore su Quagliarella poi trasformato da Muriel. E contro il Sassuolo è ancora Kucka a commettere l’ingenuo fallo su Duncan che porterà al rigore sbagliato da Berardi.
Ma non sono solo Kucka e Paletta ad essere indicati come scriteriati negli interventi, specie all’interno dell’area di rigore di Donnarumma, facile ricordarsi dell’intervento di Vangioni nell’ultima gara al Mapei Stadium. Sembra quasi che l’incoscienza faccia prendere delle decisioni azzardate ai rossoneri in zona rossa, come se la consapevolezza di saper rimontare e la sicurezza di un portierone tra i pali delineino un rigore alla stregua di una banalissima punizione. Che la Sampdoria ci sia d’insegnamento.