No, non abbiamo sbagliato il titolo del famoso film diretto da Paolo Sorrentino. E no, non si tratta di un sequel della nota pellicola, rivisitata in salsa rossonera. Il 2017 avrà un pesante fardello, difficile da dimenticare nella testa di ogni tifoso rossonero: l’anno della svolta, la parola fine sull’epopea di Silvio Berlusconi, l’alba sulla nuova era cinese. Dovrà essere, dopo mesi di inseguimenti e rinvii, l’anno del closing rossonero, iniziando per sempre un nuovo capitolo nella gloriosa storia del Diavolo. Una tappa ancora da scrivere, da raccontare tra dettagli e retroscena, ma che lascia già intendere come possa considerarsi come evento più importante dei prossimi 12 mesi.
Attualmente indicata nel mese di marzo, la firma sul passaggio di consegne deve esserci, deve arrivare. Volenti o nolenti, dovrà essere rivelata la composizione ufficiale della cordata pronta ad entrare nella stanza dei bottoni di Via Aldo Rossi 8. I tifosi del Milan meritano la verità, necessitano di conoscere i nomi, i volti, le intenzioni degli uomini destinati a guidare la loro squadra nel futuro. Dopo essersi cullati e coccolati nell’utopia berlusconiana, divenuta realtà, il casciavìt brama di sapere il proprio destino, senza mai abbandonare la fede riposta nel rosso e nel nero.
Un’autentica marcia olimpica questa cessione societaria, iniziata ormai anni addietro e concretizzatasi nei passati mesi estivi. Dalle voci di possibili interessamenti, il Milan si è ritrovato prima al centro di discussioni asiatiche in Sardegna, per poi finire sui contratti preliminari del 5 agosto. Una notizia che ha squarciato il cielo rossonero, cambiando drasticamente gli scenari, mutando il tutto nella riedizione meneghina di “Waiting for Closing“, con buona pace del povero Godot. A stretto giro di posta, emergono nell’oceano rossonero le figure di Fassone e Mirabelli, chiamate a gestire la parte sportiva del Milan nei prossimi anni. Poi la prima caparra versata a Fininvest, seguita da una seconda, intramezzata da slittamenti, ritardi, problemi burocratici e lost in translation con i dirimpettai di Pechino. Tutto questo sempre accompagnato dalle note di Sino-Europe Sports, pronta a confermare, confutare, complimentare o commentare le tappe di un lungo viaggio chiamato closing. In attesa della comunicazione più importante.