Quarti di finale conquistati e testa che si ributta al campionato, consapevoli ancora una volta di aver messo un mattoncino in una stagione che è partita bene e sta continuando alla grande. La prova di maturità di tutta la squadra è stata apprezzata da tifosi, staff e critica. Il solito Milan attendista nel primo tempo, cambio di ritmo e gol nel secondo: solita solfa. A spingere sull’acceleratore questa squadra Juraj Kucka.
Lo slovacco è l’ago della bilancia che è mancato col Cagliari, quel giocatore in grado di distruggere il gioco avversario e rapidamente andare a fare superiorità numerica nella metà campo avversaria. Nello spento primo tempo di San Siro a brillare è Belotti, ma con la maglia rossonera a vedersi è solo Kucka. Corre, mette muscoli e fiato al servizio della squadra che sembra non bilanciata con Bertolacci e Sosa ancora in rodaggio e mostra lati tecnici del suo essere calciatore che raramente si vedono. Bellissima la volée che finisce a lato di un soffio. Poi il gol. L’azione sembra sprecata con Lapadula che non batte sotto misura, ma dal nulla sbuca lui e rimette in pista il Milan.
Non è certo il gol che ci si aspetta da lui, ma anche questo fa parte del suo repertorio. Era dal Chievo che non segnava e tornare alla rete in una sfida ad eliminazione diretta da sempre qualche soddisfazione in più. Soprattutto se a coronamento di una sfida che l’ha visto protagonista: forse non il più brillante, per via del miglior Bonaventura nel miglior momento del Milan, ma sicuramente quello che nell’intera economia della gara ha dato il contributo maggiore per l’intero arco di tempo. Il carro armato mostra potenza di fuoco e tecnica.