Nella sera di Bacca, il colpo di Lapadula. La fame di chi viene dal basso

Se Gianluca Lapadula fosse un star del cinema, probabilmente la sua interpretazione nella pellicola “Milan-Cagliari” gli sarebbe valsa una candidatura all’Oscar di attore non protagonista. Ma il numero nove di lavoro fa la punta, con il preciso compito di spaccare in due le difese, fisicamente: obiettivo raggiunto. Nel freddo glaciale di San Siro, la garra dell’italo-peruviano ha riacceso il Diavolo dal torpore nel quale, mestamente, si stava afflosciando.

Lapadula e Bacca (Spaziomilan)

La sfida aveva tutte le caratteristiche per trasformarsi in una trappola, e Rastelli ha sfiorato il colpo grosso per una manciata di minuti. I sardi, stranamente accorti in fase difensiva, presentavano 6 uomini arretrati in situazioni di non possesso, obbligando il Milan ad un continuo giro palla senza poter incidere in maniera significativa. Completamente depotenziato da questa situazione, Carlos Bacca ha vissuto oltre un’ora di simil psicodramma: rimbrotti ai compagni, corse affannate alla ricerca della sfera (praticamente mai vista), abbracci poco affettuosi con Bruno Alves e Ceppittelli, conclusioni senza mai impensierire Rafael. Poi l’indicazione, “Lapa entri tu” e la scossa emozionale è stata evidente. Fin dai primi secondi.

L’ovazione del Meazza non ha fatto altro che moltiplicare n volte la ferocia con la quale Gianluca stava per scendere in campo, trasformandolo in una vero e proprio mediano d’attacco. 10 secondi sul manto erboso e subito a ringhiare contro Capuano. Sì, ora il Diavolo ha avuto la sua iniezione di agonismo. Poi colpi, sportellate, sponde, rincorse. Lapadula era pronto a fare a botte, sportivamente parlando, con l’intera rosa degli isolani pur di vincere. E ha vinto. Il cross di De Sciglio, una palla vagante, la prima conclusione murata e poi il colpo, il guizzo da terra a liberare il compagno, e da lì Carlos non perdona, non sbaglia mai. 1-0 Milan, 3 punti da aggiungere ai precedenti 33, media perfetta di 2 a partita e con una gara da recuperare. Finisce l’incubo per l’ex Siviglia, ma gli applausi sono tutti per lui, quel ragazzo di Torino con la fame di chi viene dal basso.

Foto in evidenza fornita da acmilan.com

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