Il Napoli vince senza il bel gioco, il Milan meritava il pareggio ma ha pagato a caro prezzo l’avvio shock, ingenuo a farsi arrostire in meno di seicento secondi. Nel primo tempo ha fatto danni l’arroganza tattica di Montella nell’andare a pressare in avanti sugli esterni e per di più con i terzini, analizza La Gazzetta dello Sport. Abate stava altissimo nella scacchiera, Calabria un po’ meno e il devastante 1-2 a 0 è arrivato per colpa di tale scompenso.
Le fasce difensive, così, arrancavano e subivano le imbucate di Insigne e Callejon, Paletta e Gomez uscivano e venivano sorpresi dagli scatti dei meravigliosi “puffi” di Sarri. Mertens si è spesso dissociato dalla sua posizione di falsissimo nove, riempiendo lo spazio sugli esterni e creando una superiorità schiacciante, fornendo (anche) i due assist decisivi. Attaccare gli azzurri sul loro territorio preferito non è stata una brillante idea. L’”arrembanza” di Abate è stata inversamente proporzionale alla precisione dei cross e ha cannibalizzato Suso, costretto a soffocare il proprio talento per coprirgli le spalle. Donnarumma, incerto in occasione del raddoppio, ha poi ringraziato per il 3-0 mancato, di fatto innescando l’implacabile legge del “gol sbagliato gol subito”: quello di Kucka è stato viziato dal regalo della coppia Jorginho-Tonelli, che gli ha concesso una prateria corsa fino in fondo e terminata in rete. Nella prima mezzora della ripresa, poi, il Milan sembrava il Napoli per padronanza del pallone, intensità e capacità di inchiodare l’avversario nella propria metà campo: mai vista la squadra di Sarri così passiva e obbligata a vivere di avanzi, di ripartenze rosicchiate e sciupate.
This post was last modified on 22 Gennaio 2017 - 14:38