L’appetito vien mangiando e così, dopo la Supercoppa, Montella vuole puntare subito al bis. Quello di Doha è stato il primo Trofeo alzato dall’allenatore campano, che in Coppa Italia finora non ha avuto molta fortuna: nel 2014 la finale persa con il Napoli, l’anno dopo una semifinale buttata via con la Juve (2-1 a Torino, 0-3 a Firenze). Ora vuole che la sua squadra prosegua nella crescita di personalità e convinzione, vuole vincere ancora e togliersi così di dosso l’etichetta di sorpresa e far tornare grande il Milan.
Lontani i tempi, specie con Ancelotti e Allegri, in cui la Coppa veniva vista come un “fastidio”: certo, allora si vincevano Champions e scudetti. Quindi poco turnover e l’obiettivo di provare ad arrivare fino in fondo per spingersi sempre più in là nella voglia – concreta – di ricostruire il dna vincente all’interno dello spogliatoio. Sarebbe il 30esimo titolo dell’era Berlusconi, ricorda Tuttosport, che dopo il closing rimarrà presidente onorario. L’Aeroplanino ha risollevato l’umore di una rosa che in campionato, di recente, navigava in posizioni anonime, infondendo nei giocatori la volontà di lottare e crederci; e poi vendicare la finale di Roma dello scorso maggio non sarebbe affatto male. Un anno fa, però, il cammino fu davvero in discesa grazie al “suicidio” delle big: non ci saranno più Carpi e Alessandria, stasera c’è il Torino dell’ex Mihajlovic. Un avversario insidioso, possimo avversario anche in campionato – lunedì – in uno snodo cruciale per la stagione.
This post was last modified on 12 Gennaio 2017 - 19:51