Ci sono i troppi gol presi, le rimonte a volte tentate e solo a volte riuscite. Ma c’è sicuramente un elemento che caratterizza il Milan attuale, ovvero la frenata in campionato prima e dopo la brillantissima Supercoppa vinta. Prima il ko di Roma e il pareggio con l’Atalanta, dopo la vittoria allo scadere con il Cagliari a San Siro, il pareggio “miracoloso” a Torino e l’1-2 col Napoli.
E così lo scivolone dal terzo al settimo posto, dalla Champions a niente Europa; anche se è stata raggiunta la qualificazione ai quarti di Coppa Italia, mercoledì allo Stadium. Una delle spiegazioni di questo evidente passo diverso, spiega Tuttosport, è causato dalla famosa coperta corta. Un organico formato al risparmio, con un gruppo di titolari che farebbero gola anche alle primissime della classe ma con un gruppo di seconde linee non all’altezza. Da quando Niang è incappato nell’ennesima pausa della sua giovane carriera, per esempio, Montella ha tamponato avanzando Bonaventura in attacco: lì Jack magari rende ancora meglio, però in mezzo né Bertolacci né Pasalic riescono a garantire lo stesso rendimento. Sono bastate le assenze di Locatelli e Romagnoli per perdere l’unico vero regista, Sosa in crescita ma non benissimo, e non ricevere rassicuranti risposte da Gustavo Gomez.
L’Aeroplanino si meriterebbe una maaggiore mano dalla società, invece in sospeso in attesa del tanto agognato closing che di fatto impedisce di fare mercato e rinforzare il gruppo. La cessione in perenne stand-by sta provocando dolori e a pagarne le conseguenze è il campo. Attenzione, fra sognare il grande obiettivi e riscoprirsi a lottare senza certezze per un quinto-sesto posto il passo è breve.