Il successo sul Cagliari ha fatto iniziare nel migliore dei modi il nuovo anno. In 18 partite questo Milan ne ha vinte 11 e se dovesse trionfare anche contro il Bologna nel recupero dell’8 febbraio chiuderebbe il girone d’andata con 39 punti. Tanta, tantissima roba se si pensa al ritiro, alle ultime drammatiche stagioni e all’infinita vicenda della cessione societaria.
Il pregio più grande della banda di Montella è stato il cambio della mentalità che si era già visto prima di Doha. Questa squadra ha dimostrato di trovare quasi sempre il gol e, anche se fortunosamente in alcune circostanze, di segnare reti decisive. Sono infatti otto le gare vinte con un solo gol di scarto in questo campionato. E in aggiunta a questo cinismo e concretezza, c’è da registrare un enorme passo in avanti del muro difensivo. 7 clean sheet derivano da una compattezza ritrovata, da uno straordinario Donnarumma e da una coppia centrale formata da Paletta e Romagnoli che sbaglia sempre meno ed è sempre più affiatata. Davanti quasi sempre si segna, dietro spesso non si prende gol: l’equazione è delle più semplici e porta a vincere o almeno a non perdere. L’abbraccio tra Bacca e Lapadula dopo il gol del colombiano è quanto di più simbolico si possa vedere per spiegare la’ria pura e vogliosa che tira a Milanello
Un gruppo compatto, sicuro delle sue forze e che sa che in qualunque momento può trovare la zampata decisiva, il morso letale per mettere KO gli avversari. E gran parte del merito va a Montella. La fortuna ha aiutato ma non la classifica non è solo il frutto della benevolenza della Dea bendata: sarebbe ingiusto e in malafede affermarlo. Praticamente senza rinforzi, con questi ragazzi il Milan continuerà la sua strada, il campionato è ancora interminabile e probabilmente alla fine le rose più complete usciranno fuori. Ma il Diavolo c’è e vuole continuare a sognare dopo la magica notte del 23 dicembre.