Se questo è un dualismo…

Christian Pradelli è giornalista professionista e direttore di SpazioMilan.it dalla sua fondazione, l’8 marzo 2011. Dirige parallelamente il free-press pomeridiano Mi-Tomorrow. Collabora con La Gazzetta dello Sport e Yahoo Sport Italia. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” su Radio Reporter ed è opinionista per Milan Tv. È la voce ufficiale del Milan per TopCalcio24, canale del gruppo Mediapason (canale 62 del DTT).

Doveva esserci l’appagamento in salsa qatariota, quindi la fine di ogni sogno di gloria. Di conseguenza il ridimensionamento, l’unica attesa dedicata all’agognato passaggio di proprietà (che peraltro, a quanto leggo in giro, sta facendo più “morti” che vedove, ma ne riparleremo) e la consapevolezza che, prima o poi, tutti i gioielli di casa Milan dovranno necessariamente migrare verso altri lidi. Ebbene, in un turno di campionato che regala emozioni negli ultimi minuti, il Milan si adegua facendo sospirare i suoi tifosi solo all’88’, ma regalando forse la storia più bella di questo inizio 2017.

EDIT 2017 PRADELLIIl 2016, ricorderete, si era chiuso nel segno di Pasalic e del piccolo, grande Donnarumma. Il 2017, invece, si è aperto nel nome di un dualismo forse fin troppo chiacchierato, più creato che reale. E che, proprio per questo, ha regalato uno dei gol più significativi di questa incredibile stagione. Alzi la mano chi avrebbe mai pronosticato che proprio il tandem Lapadula-Bacca – citati assolutamente in ordine di merito – potesse scardinare il fortino sardo in un pomeriggio per pinguini veri a San Siro. E invece è proprio la foga dell’ex Pescara, in attesa di esibirsi in un piacevole Chopin al piano alla Domenica Sportiva, ad attivare da terra un assist all’indirizzo dell’impalpabile compagno, al termine di una partita sempre al limite del menefreghismo tattico, ma in fin dei conti leader del gol pesante, quello da tre punti sonanti.

Il resto è un contorno più o meno definito, più o meno noto. E forse per questo ancora più apprezzabile: è un Milan macchinoso e volonteroso, a tratti abulico ma piuttosto quadrato. Lo stesso che avevamo lasciato proprio prima di Doha. Paletta muro, Locatelli una spanna sopra anche da fresco diciannovenne, Suso con un piede che a Milano non ricordavano da tempo e Bonaventura costretto ad uscire anzitempo per quanto si è spremuto in campo. Poi, chiaro, è il gol a cambiare tutto. Giudizi e punti in classifica. Mai come ora serve più un ricambio in avanti di quanti ne servano realmente a centrocampo. E chissà che, con l’addio di Luiz Adriano, l’occasione in entrata di un mercato a “saldo zero” possa rimpinguare proprio il reparto offensivo. Non lottare per quello che, ad oggi, è ancora un potenziale terzo posto sarebbe un vero delitto sportivo. Italiano, cinese o vergine che sia.

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