Il freddo glaciale del bosco di Milanello ha fatto da contraltare al fuoco e alla voglia di Vincenzo Montella: scherzoso e alla mano prima della conferenza, scattante e diretto alle domande dei presenti. La sala delle conferenze di Milanello come Casa Milan al giorno della presentazione, una scommessa allora così come una oggi. Il 7 luglio fu scelto Niang come uomo sul quale puntare, oggi 7 gennaio, Andrea Bertolacci. Sei mesi dopo aver indicato il francese come puledro di razza, il mister campano smuove l’investitura ufficiale per il centrocampista ex Genoa, utilizzando parole al miele.
Ai microfoni di Milan Tv prima e nella chiacchierata in conferenza poi, l’aeroplanino si sbilancia, in maniera quasi inattesa: “Ha giocato 3 partite consecutive importanti, ha risposto in crescendo e ha grande fisicità nonostante non sia molto alto. Tatticamente è disciplinato e duttile, è assolutamente ritrovato ed è un jolly a centrocampo perché può giocare ovunque. Anche se non ha caratteristiche molto simili a Locatelli“. Eccola la parola chiave per capire l’intero concetto montelliano: jolly, atleta capace di interpretare più ruoli con medesimi risultati. Ad un anno e mezzo di distanza dal suo arrivo a Carnago, il Diavolo riscopre Bertolacci, attingendo alla duttilità del nativo di Roma.
Certamente non può essere considerato una garanzia, avendo giocato solo 3 incontri, ma la qualità delle ultime prestazioni lascia ben sperare, dopo un tunnel nerissimo lasciato alle spalle. Fisicamente ora sta bene, si sente bene e non ha paura del contrasto, come dimostrano anche i duelli rusticani in trincea mediana contro la Juventus a Doha. Una panacea per coprire ogni male del centrocampo rossonero, reparto spesso criticato ma mai così pieno di soluzioni ed alternative. Contro il Cagliari, dovessero essere confermate le indiscrezioni, Andrea dovrebbe tornare in panchina dopo un periodo di grande attività, ma la scommessa del tecnico è stata piazzata, tocca a Bertolacci rispondere presente nel 2017.