Il Milan e i difensori stranieri sono sempre stati un po’ così, due pianeti non allineati. Berlusconi nella sua vita da presidente ne ha fatto a meno a lungo, poi ha cambiato idea di fronte al talento di due olandesi: Reiziger nel ’96 e Bogarde nel ’97, arrivato assieme a Ziege, André Cruz, Smoje, Nilsen e Beloufa. Alla voce “fenomeni passati alla storia”, il conto fa zero su sette. Vent’anni dopo, va decisamente meglio: la difesa è la terza del campionato e anche contro il Cagliari sarà tutta italiana. Donnarumma, Abate, Paletta, Romagnoli, De Sciglio, forse Antonelli e Calabria. Con Gustavo Gómez unico difensore straniero, in panchina insieme a Zapata. Ecco l’incipit dell’analisi de La Gazzetta dello Sport sulla retroguardia azzurra del Diavolo.
Un reparto, prosegue la Rosea, da record, unico in Europa: in nessuno dei cinque massimi campionati, una formazione in corsa per la prossima Champions League ha schierato una linea formata per il 93,48% del minutaggio totale da atleti della nazione di appartenenza. Il Milan sì, sbaragliando la concorrenza nella speciale classifica. In Italia, nessuna si avvicina alla percentuale altissima dei rossoneri: Juventus ferma al 53,82%, Roma e Napoli al palo rispettivamente con 9 e 4%.
In Europa, nessuna può comparare le proprie statistiche con quelle del club di Via Aldo Rossi. Il Bayern Monaco ha usato difensori tedeschi per il 55,63% del minutaggio totale, segue a ruota il Lipsia con il 54,97 e lo Schalke primatista con il 57,83%. Mentre in Premier League, è il Liverpool ad utilizzare più inglesi in difesa, ma solo per il 37,14%. Lontane anche le compagini francesi come il Nizza con il 56% e le spagnole capitanate dal Barcellona, 32,35%.