GaSport, Albertini: “Milan senza Berlusconi? Fa effetto. Per il futuro servono giocatori top, basta riserve”

Nella lunga intervista concessa ai colleghi de La Gazzetta dello Sport, Demetrio Albertini, ex regista rossonero, ha avuto modo di parlare di Milan e della cessione societaria in atto.

Demetrio Albertini, al Milan dal 1988 al 2002, al Barcellona nel 2005

Queste le sue dichiarazioni in merito: “Berlusconi è stato il mio presidente per tanti anni, fa effetto non pensarlo più a capo del Milan. Nella negatività la lunghezza della trattativa ha aiutato a prepararsi al cambio. La poca comunicazione fa sì che cresca lo scetticismo: non ho mai sentito parlare Fassone o Mirabelli, che sono i più vicini ai cinesi ma anche al sentimento diffuso dei tifosi che aspettano di sapere. Sia chiaro, non è una critica per nessuno: gli obiettivi contano più di qualsiasi annuncio e di qualsiasi nazionalità. Non è un problema dello straniero, cinesi o francesi fa lo stesso, conta quello che si vuole fare e si che faccia prima possibile“.

E ancora: “Giovani o giocatori già affermati? Berlusconi aveva questo desiderio anche quando giocavo io. Voleva un Milan milanese o lombardo. L’idea mi piace più delle altre perché credo nel senso di appartenenza: in Spagna ho fatto lo straniero e ammetto che vivi la squadra in maniera più distaccata. Credo invece che gli stranieri debbano arrivare per fare la differenza. Berardi e Bernardeschi? Sì, perché sono dei top e il Milan ha bisogno del meglio. C’è bisogno di giocatori di primissimo livello, molti degli ultimi acquisti vedo che restano in panchina: bene, ora c’è bisogno di titolari. Chi arriva deve essere più forte di quelli che ci sono già, servono innesti di grande valore e non mezzi giocatori. Anche giovani, purché validi. Donnarumma per esempio è straordinario. Insisto, servono top player, ad esempio, se va via Bacca deve arrivarne uno ancora più forte”.

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