Ignazio Abate, rappresenta la rinascita del senatore, la ripresa psicologica e fisica di un calciatore duramente criticato negli ultimi anni di decadenza a livello di risultati, si è preso nuovamente la fascia da capitano, dopo l’infortunio di Montolivo, ed è tornato sui livelli della stagione 2010/2011, quella dell’ultimo scudetto rossonero. Poi c’è una delle sorprese più belle, Gabriel Paletta. Il centrale italo argentino nella prima esperienza al Milan non aveva convinto quasi nessuno, con prestazioni mediocri, ora, da quando è tornato in rossonero dopo la stagione in prestito all’Atalanta, ha ritrovato la forma e i fasti dei tempi di Parma, diventando una certezza e guidando la difesa con autorità.
Suso è il nuovo fuoriclasse di questa squadra. Era stato troppo presto e troppo facilmente giudicato mediocre e spedito in prestito al Genoa, dove nei quattro mesi con Gasperini era esploso e aveva fatto intravedere tutte le sue qualità. In questa stagione al Milan ha saputo distinguersi e prendere in mano l’attacco rossonero, con personalità e tecnica come non se ne vedeva da tempo dalle parti di Milanello. Ormai, senza esagerazioni, sembra la vera e propria luce del Milan. Quando si accende lui può sempre succedere qualcosa. Il leader silenzioso, carismatico e decisivo di questa squadra, però, è senza ombra di dubbio Giacomo Bonaventura. Personalità, classe, tecnica e stile. Dove lo metti sta e rende sempre ad altissimi livelli. L’uomo che forse più di tutti incarna la rinascita del Diavolo.
Un altro importantissimo segreto del nuovo Milan è la base costruita e fondata su giovani italiani. Un’amalgama perfetta di entusiasmo e talento che è rappresentata soprattutto da Gianluigi Donnarumma, Manuel Locatelli e Alessio Romagnoli. Il presente ed il futuro di questo Milan. Il primo è già un fenomeno, il secondo alla prima stagione in prima squadra sta mostrando una personalità straripante, il terzo continua a crescere e mostra doti da centrale difensivo navigato. Tanti exploit, alcuni anche inaspettati, in pochi mesi, ma di chi è il merito di tutto ciò? Ovviamente del timoniere, della vera figura che ha cambiato volto al Diavolo, del tecnico Vincenzo Montella che è riuscito a costruire una squadra in grado di mettere in campo una mentalità propositiva. Grazie al suo lavoro la squadra crede nei propri mezzi e cresce in convinzione con il passare dei mesi, anche a fronte di battute d’arresto che, a differenza del passato, non deprimono e destabilizzano più l’ambiente.
This post was last modified on 14 Gennaio 2017 - 11:56