Daniele Castagna è nello staff di SpazioMilan.it da aprile 2016, coordinatore di redazione ed inviato. Quotidianamente vicino alla squadra, presenza fissa a Milanello e Casa Milan. È ospite di Top Calcio 24 e Milan Tv.
Quando una squadra vince, dà fastidio. Quando una squadra insidia posizioni non pronosticate, dà più fastidio. Quando una squadra di giovani, costruita a costo zero, e con alcun obiettivo da raggiungere vince, dà ulteriormente fastidio. Il gioco ormai è noto ed il divertimento di svariati salotti sportivi è quello di sbeffeggiare ciò che sostanzialmente vorrebbero raggiungere. Un po’ come la volpe e l’uva, in rivisitazione calcistica. Non sopportano come una formazione, un po’ per necessità ed un po’ per virtù, sia arrivata a consolidarsi ad un livello inatteso. Parliamo del Milan di Vincenzo Montella, le critiche sproporzionate ed il trattamento riservato ad altri. Il Diavolo, soprattutto questo vituperato ed accartocciato dalle vicende societarie, non sarà mai la formazione ben vista e protetta da media ed addetti ai lavori, sempre pronti ad ingigantire un difetto all’interno di un coro armonioso. E l’esempio balza presto agli occhi.
Dopo una stagione intera di immotivate insufficienze, i tiratori scelti sono passati da Romagnoli a Locatelli: d’altronde il passo è breve, giusto una questione di metri dal centro della difesa al cuore del centrocampo. Dopo un avvio sbalorditivo, il classe ’98 (tenere ben impresso in mente, grazie) ha iniziato a fare i conti con la fisicità della sua prima stagione tra i grandi, subendo il colpo ma rimanendo in piedi, saldo sulle proprie lunghe ed eleganti leve. Così dagli altisonanti 7 in pagella, le bocche hanno iniziato a storcersi al minimo calzettone fuori posto o capello spettinato, tramutando prestazioni solide in incomprensibili 5. Contro il Cagliari poi, l’apice. Nel giorno del suo diciannovesimo compleanno, Manuel davanti alla platea di San Siro mette in piedi una prestazione da maestro, giostrando la manovra come un 29enne. Valutazione dei media? Superfluo e banale, bocciato. Qualcosa non funziona. Nel processo di maturazione di un ragazzo, è corretto essere onesti e rimarcare eventuali lacune, ma sarebbe oltremodo cruciale sottolineare un aspetto positivo per infondere sicurezza ed autostima, linfa vitale per un emergente. Per il bene di tutti: del giovane (nel caso Manuel), della valorizzazione di un talento, della Nazionale e dell’intero patrimonio calcistico italiano.
Ampliando il discorso, la tematica funziona per il Milan stesso, pensato come concetto generale. Vero, gli errori delle ultime annate sportive sono stati tanti ed evidenti, difficili da dimenticare. Da orrori gestionali ad autentiche sciocchezze sportive, il rossonero è parso svariate volte sbiadito e lontano dai fasti di gloria. Ma la forza di un club, ed di una tifoseria, risiede nella capacità di andare oltre, lasciandosi alle spalle il passato, che le cicatrici vengano rimarginate completamente o no. Questa squadra, entusiasta ed affamata, è viva, nonostante continui a passare sotto silenzio. Fateci caso, non è mai la vittoria del Milan o la grande prestazione del Diavolo, è sempre il suicidio degli altri (per citare Mihajlovic) o la giornata storta del “fuoriclasse” o l’assenza del fenomeno di turno. Alla lunga, è un comportamento mediatico che può stufare, ma non Vincenzo Montella, scugnizzo campano intagliato su certe cose. Ha saputo far quadrato intorno ai propri ragazzi, costruendo una cortina invalicabile formata da alberi e nebbia. Squadra che non piace? Amen. Squadra poco spettacolare? Il pragmatismo funziona. Vittorie legate alla sorte? La fortuna aiuta chi è in grado di procurarsela. Classifica immeritata? 11 vittorie, 3 pareggi e 4 sconfitte. Attualmente quinti, a 36 punti, e con due partite in meno. E pensare che ci sono squadre che spendono centinaia di milioni e sono sotto…
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