Il Diavolo pesca nuovamente i propri numeri fortunati sulla ruota di Milano: in sequenza cronologica l’8 ed poi il 5, chiudendo per la seconda (in realtà terza) volta il tanto agognato 13. Ma non parliamo di denaro, ne tantomeno di schedine fortunate vinte al Totocalcio. Qui è tutta questione di feeling: cross di Suso, gol di Bonaventura; il vero tesoro del Diavolo. Con una spesa complessiva di circa 7 milioni (una cifra ridicola paragonata ai trasferimenti attuali), il Milan è riuscito a portarsi in casa due assoluti protagonisti del calcio nostrano, cresciuti e posti nella dimensione corretta da Vincenzo Montella. L’esplosione ad alti livelli non poteva tardare ancora a lungo. Ed il mondo del pallone ha una regola chiara: chiunque sappia dare del tu alla sfera, qualunque lingua esso parli, riuscirà a trovare un’intesa immediata con un proprio simile. Caso specifico di Giacomo e Jesús, accomunati dall’idioma globale del calcio.
Non era un gol casuale quello di Doha, tanto è vero che la premiata ditta “SuJack” (perdonatemi il neologismo) ha deciso di riproporlo, modificandone i dettagli. Contro la Juventus fu una mirabile spizzata di testa su invito dalla corsia di destra; qui il cross è in fotocopia, cambia solo la soluzione finale, rimpiazzata da una chirurgica volée. Una realizzazione che ha saputo scongelare i 13892 paganti di San Siro, riscaldati da un’intesa da far stropicciare gli occhi. Ma tra l’italiano e lo spagnolo non finisce qui, anche il primo gol dell’anno solare fu siglato in medesima maniera: Milanello, allenamento inaugurale del 2017, doppio passo con traversone di Suso, stacco imperioso di Jack e pallone in fondo al secco. Una vera e propria sentenza, un automatismo tanto bello quanto efficiente. Quando l’iberico chiama, l’azzurro risponde. Per la gioia di Montella, autentico estimatore di entrambi.
La spiegazione tattica esiste, ed è molto semplice. Il Diavolo, utilizzando un 4-3-3, in fase offensiva porta i propri uomini ad occupare l’area. Quando la sfera finisce tra i piedi del nativo di Cadice, indubbiamente la pedina con il tasso qualitativo più alto, la punta e l’esterno opposto del tridente sono chiamati a tagliare al centro dell’area piccola. L’attaccante centrale punta il primo palo, l’ala di sinistra corre per accentrarsi o per presidiare il secondo montante. Fatti i movimenti, l’intelligenza tattica del numero 8 gli permette di attivare il mirino e recapitare un cioccolatino da scartare ai propri compagni. Giacomo, dello stesso cervello calcistico del compagno, sa come e quando farsi trovare libero, infilzando Lichtsteiner e De Silvestri in maniera analoga. Presidiata dal condottiero campano, la corte rossonera ha emanato la sentenza, utilizzando nuovamente la legge “Suso-Bonaventura“, non lasciando scampo agli avversari.