Daniele Castagna è nello staff di SpazioMilan.it da aprile 2016, coordinatore di redazione ed inviato. Quotidianamente vicino alla squadra, presenza fissa a Milanello e Casa Milan. È ospite di Top Calcio 24 e Milan Tv.
Al termine di Milan-Napoli, tre tesserati rossoneri hanno interagito con la stampa, tra tv e conferenza, ripetendo all’unisono lo stesso ritornello, scandendo praticamente le medesime parole con cadenza calzante. Che sia Montella, Galliani o Sosa poco importa, la frase è sempre la stessa: “Abbiamo giocato alla pari con loro, non meritavamo la sconfitta“. Ogni match regala una lezione da apprendere, da studiare con novizia di particolari e mettere in memoria. Ecco, la sfida ai Sarri’s fornisce uno spunto chiaro e diretto a Montella e l’intero staff tecnico del Diavolo: alla pari sì, ma non uguali. Per mille motivi. Dai budget fino ai fatturati, passando dalle assenze, le squalifiche e i giocatori a disposizione in panchina.
L’essere diversi porta dunque a obiettivi differenti: i partenopei viaggiano a vele spiegate per la Champions League, non togliendo mai lo sguardo dal tricolore; il Diavolo no, basta inseguire inafferrabili chimere, testa alta e concentrazione sull’Europa League. È innegabile, dopo aver subito la mareggiata azzurra iniziale, il Milan ha dominato in tutto: fisicità, presenza in campo, occasioni da gol, ferocia agonistica, grinta, giropalla. Non è bastato. Dopo un periodo nel quale fioccavano punti, senza aver necessariamente giocato bene, il trend pare essersi invertito: ottime prestazioni, livello di gioco eccellente contro avversari di alto calibro ma pochi gol, indi, pochi risultati. Dal 12 dicembre ad oggi, sono solo 5 i punti immagazzinati sui 15 a disposizione, un ruolino palesemente non all’altezza dei primi 3 posti della classifica.
In attesa di conoscere il risultato di Bologna-Milan, recupero fondamentale per la corsa europea, è corretto che Montella continui ad alzare l’asticella pubblicamente, aspettandosi il massimo da un gruppo già andato oltre le più rosee aspettative. Ma dopo aver volato troppo vicino al sole Champions, il Diavolo torna con i piedi per terra, dove è giusto che stia. Questo gruppo, finalmente sano e depurato dalle scorie delle ultime annate buie, è ancora troppo acerbo per scalare l’Everest europeo, carente di esperienza per restare al vertice. Potrà tornare a lavorare in silenzio, lontano da spropositate attenzioni mediatiche, come predilige Montella, nella quiete di Milanello, con la precipua convinzione di poter centrare l’obiettivo europeo: primo passo di un percorso di crescita, pioli iniziali di una scala che porta al successo. Se uscire dalla zona comfort porta alla vittoria, tornare alla normalità lavorando senza pressioni porta risultati, anche sorprendenti. E da oggi, il Diavolo potrà inserire una nuova freccia in più alla propria faretra: un Deulofeu che, qualora dovesse presentarsi in condizioni fisiche e mentali eccellenti, potrebbe rappresentare quella scarica adrenalinica, quella accelerazione improvvisa nella corsa all’Europa League. Il vero target del Milan, senza vergognarsene, a testa più che alta e ricordando sempre le premesse iniziali. Tornare in Europa per tornare grandi. Le storie più belle partono anche così.
This post was last modified on 22 Gennaio 2017 - 12:21