Daniele Mariani è giornalista pubblicista da dicembre 2013. Nello staff di SpazioMilan.it fin dalla sua nascita, l’8 marzo 2011, e vicedirettore dal 2012. Collabora con Mi-Tomorrow, Yahoo Sport Italia, Radio Milan Inter (96.1 FM) e il Giornale di Vimercate. È ospite di Top Calcio 24 e Milan TV.
Serviva un miracolo per salvare il 2016 rossonero. E il miracolo c’è stato a Doha, vincendo la Supercoppa e tornando ad alzare un Trofeo. Non accadeva da cinque anni e mezzo: allora l’anno scorso ha davvero chiuso in bellezza, sperando possa essere l’inizio di un ciclo. L’impresa di battere la Juve, la fortuna di avere Vincenzo Montella in panchina, però, non basta per riempire il bicchiere mezzo pieno, o almeno bilanciano la prima parte della vecchia, inguardabile stagione. Perché adesso ci sono molte più speranze, ma il 2016 di definitivo ha lasciato un 7mo posto in Serie A (a -4 dal Sassuolo sesto e a -34 dallo scudetto) e una finale di Coppa Italia persa.
Tra i momenti migliori certamente il derby del 3-0 con Mihajlovic, esonerato in maniera inelegante ad aprile. Di quella fase, a livello di campo, rimane solo un rimpianto: senza la mossa di Silvio Berlusconi sarebbe stata probabilissima la qualificazione in Europa League. Ecco il paradosso: oggi la competizione avrebbe fatto “male” a questa squadra, frenando (o impedendo?) l’exploit in campionato in termini di punti, scelte, condizione e gestione della rosa. Che questo non assomigli a un merito del presidente, il quale per esempio ha mischiato le carte in tavola e modificato versioni sulla vendita societaria; in estate voleva fortemente la conferma di Brocchi, ricordiamolo. Porta la sua firma, invece, il progetto giovani: magari mai un progetto, comunque un dato di fatto frutto del lavoro. Chissà se una garanzia sicura per l’avvenire. Donnarumma, Locatelli, Romagnoli e Suso sono esempi, giovani grandi, base di partenza. Loro i primi vogliosi di inseguire l’obiettivo del 2017: l’Europa. Difficilissimo sognare il terzo posto, però se si superasse il Napoli in casa il 21 gennaio alle 20.45 mai dire mai, alla portata, forse ora obbligatorio raggiungerla grazie a una sufficiente 4° o 5° posizione. Affidiamoci e fidiamoci dell’allenatore, il vero regalo del mercato, leader della sorprendente rinascita: capace di riaccendere la passione, cambiare la testa di un gruppo che sembrava fallito, ridare anima e gioco, riappacificare il popolo di San Siro, vincere.
Twitter: @Nene_Mariani
This post was last modified on 1 Gennaio 2017 - 17:46