Ritardi, difficoltà, autorizzazioni, nomi della cordata non rivelati. Tuttosport non usa giri di parole e, nell’edizione odierna, mette in dubbio l’intera trattativa. L’affare è sempre più ingarbugliato, si legge sulle pagine del quotidiano, e non sono pochi gli elementi di incomprensione o possibile fraintendimento.
L’ulteriore rinvio ha smosso nuovi quesiti. La proroga a febbraio porterà ad un versamento di un’altra caparra da capogiro, l’ammontare sarebbe di 200 milioni, ovvero il triplo di quanto investito da Thohir per avere il controllo dell’Inter dalle mani di Moratti. E qui scatta la seconda domanda dei colleghi: come è possibile che questi soldi arrivino senza problemi, mentre il resto dei fondi è congelato in Cina per via dell’iter burocratico? E chi sarebbero i reali proprietari di questi investimenti?
Secondo la cordata pronta a prelevare il Diavolo, si tratterebbe di somme già disponibili presso le banche coinvolte, ma fuori dalla Cina. Più che una caparra, sembra un acquisto a rate evidenzia il quotidiano torinese. Le nubi sull’affare non finiscono qui. Lasciandosi alle spalle le incertezze finanziarie ed economiche, Tuttosport pone la lente d’ingrandimento sulla composizione del gruppo. Si tratterebbe di 4-5 investitori con quote di una certa rilevanza, ma la segretezza che ne avvolge le identità è quantomeno esagerata, lasciando i colleghi con dei seri dubbi. Segretezza difficile da eludere, conclude il quotidiano, neanche tramite la rete: Sino-Europe, ad esempio, non ha un sito web ne tanto meno dei profili ufficiali, ma veicola informazioni attraverso Community Adviser; Haixia presenta un dominio, ma è disponibile nella sola lingua cinese, non il miglior idioma comunicativo con l’Italia.