La sconfitta di Roma è sintetizzabile con i due episodi chiave della gara: il rigore sbagliato di Niang e la splendida gemma di Nainggolan che ha trafitto Donnarumma e ha dato i 3 punti ai giallorossi.
Dell’errore del francese dal dischetto, il secondo consecutivo, si sono già impregnate d’inchiostro moltissime pagine che è anche inutile tornarci. Un’occasione fallita che ai fini del risultato è poi diventata decisiva e pesantissima da digerire. Al di là del penalty parato da Sczeszny, la gara del francese è stata profondamente negativa. In dubbio fino all’ultimo, Niang ha vinto il ballottaggio con Honda ma non ha ripagato la fiducia di Montella. Avulso dal gioco, non ha mai saltato Rudiger, ha sbagliato tanto tecnicamente e forse anche lui al momento dell’ingresso di Luiz Adriano è rimasto sorpreso di non vedere il suo 11 sul tabellone luminoso. Per un Niang che continua il suo momento di flessione, troviamo un reparto che all’Olimpico ha inciso pochissimo. Anche le altre due pedine del tridente questa volta hanno fatto malino. Lapadula ha avuto rare possibilità di mettersi in mostra e va detto che in una di queste si è conquistato il rigore, come un rapace d’area. Ma per il resto poco altro, si è intestardito nelle giocate individuali, senza mai trovare il guizzo tra i giganti Fazio e Manolas. A destra Suso, il miglior giocatore del Milan in questa stagione, non ha illuminato il cielo romano come spesso gli capita. Lo spagnolo sa di essere fondamentale per la squadra, è consapevole dei suoi mezzi e non ha paura delle responsabilità. Ma anche lui contro la Roma non ha sfoggiato una gara da 30 e lode: qualche dribbling, qualche spunto a metà e poco più.
Quasi inutile l’analisi della prestazione di Luiz Adriano, entrato nel finale, che è ormai un corpo estraneo al progetto. Ha staccato la spina e non sembra ci sia la volontà di volerla inserire nuovamente. Nessuna accusa, l’emergenza non esiste, una giornata più spenta contro una squadra costruita per vincere ci può stare. E’ pesata terribilmente l’assenza delle due colonne portanti del centrocampo, si è sentita l’assenza della qualità di Bonaventura e la potenza fisica di Kucka che con i suoi strappi apre spazi per fare male e forse anche di Bacca che, non va dimenticato, è ancora il miglior marcatore stagionale del Diavolo. La fortuna è che in panchina c’è un ex immenso attaccante che saprà quali corde toccare per far tornare a suonare al massimo i suoi tre tenori offensivi.
This post was last modified on 14 Dicembre 2016 - 09:46