MILANO – Per la cessione del Milan siamo arrivati al dentro o fuori. Già oggi, o al massimo entro lunedì, la cordata cinese guidata dal fondo di investimento Sino Europe deve presentare a Fininvest le garanzie richieste per la cessione del 99,9% del Milan. In sostanza, gli acquirenti dovranno dare “visibilità” sia dei soldi che ancora devono essere versati sia dell’identità dei nuovi soci di controllo del club rossonero. La situazione potrebbe anche sbloccarsi in giornata, visto che è previsto un contatto tra i consulenti legali e finanziari delle due parti. I quali stanno studiando anche la possibilità “tecnica” di tenere comunque l’assemblea degli azionisti del Milan il 13 dicembre, anche nel caso in cui non dovessero arrivare le autorizzazioni per il trasferimento dei capitali dalla Cina all’Europa.
I capitali. Secondo fonti vicine alla cordata cinese, la raccolta dei fondi è stata completata e dei tre livelli di autorizzazione necessari per l’espatrio dei capitali siamo oramai all’ultimo passaggio. Ma non c’è ancora certezza di quando potrebbero arrivare. Sino Europe ha dato assicurazioni che i fondi raccolti prevedono sia i 420 milioni ancora da versare per il “closing” (dopo i 100 di caparra già trasferiti a Fininvest dopo il preliminare dell’agosto scorso), sia i 100 milioni chiesti da Silvio Berlusconi per il mercato del prossimo anno, sia altri 80-100 milioni per coprire perdite e gestione operativa del Milan. Qualche sorpresa potrebbe arrivare dalla composizione della cordata: al momento, è noto che Sino Europe, alleato con il fondo a partecipazione statale Haixia Capital, si è mosso come un fondo di investimento e quindi ha raccolto tante quote da singoli imprenditori cinesi. Società come il gruppo dell’elettronica Tcl e quello assicurativo Ping Yan dovrebbero essere della partita, ma soltanto come sponsor. Ma non è secondario, visto che la strategia finanziaria di Sino Europe si basa proprio si un gruppo di ricche sponsorizzazioni che facciano da subito aumentare i ricavi.
L’ASSEMBLEA – Al momento, è convocata per il 13 dicembre. Ma se non dovessero arrivare in tempo le autorizzazioni (non oltre metà della prossima settimana), scatterebbe il rinvio tra gennaio e febbraio, oltre al pagamento di una nuova caparra da 100 milioni. La soluzione allo studio delle parti è la seguente: l’assemblea si tiene lo stesso (sempre che tra oggi e lunedì ci siano visibilità sui fondi e sui nomi da parte di Fininvest), viene votata la delibera che nomina il nuovo cda con i nomi scelti dai cinesi, ma non viene applicata fino a quando non arriveranno i soldi sui conti di Fininvest e verrà firmato il closing. In questo modo, non sarà necessaria convocare una nuova assemblea.
IL MERCATO – Con la certezza dei fondi a disposizione di Fininvest, sarà possbile per Marco Fassone (l’ex manager di Napoli, Juventus e Milan già individuato come prossimo amministratore delegato) muoversi sul mercato. I cinesi credono nel progetto del Milan giovani e iatliano, ma hanno necessità di nomi di richiamo per i progetti commerciali in Cina. Per cui qualche giocatore sarebbe già stato opzionato: i nomi sono quelli circolati da Fabregas a Musacchio.
INCOGNITA BERLUSCONI – Anche se molti hanno letto tutte le sue ultime esternazioni in chiave referendaria, è anche vero che Silvio Berlusconi non vorrebbe cedere il Milan. Potrebbe far saltare il banco, restituire la caparra e pagare la penale. Ma non finirebbe qui: il Milan si avvia a un nuovo passivo di 60-70 milioni nell’anno solare, buco che va ripianato. Inoltre, il desiderio di tornare a vincere con un Milan tutto italiano e composto dei giovani più interessanti della serie A avrebbe comunque dei costi che Fininvest non è più in grado di sopportare economicamente. Visto l’impegno necessario nelle partite per il rilancio di Mondadori e di Mediaset-Premium. Per cui anche se malvolentieri Berlusconi alla fine dovrebbe cedere. In tutti i sensi
Fonte: (www.repubblica.it)
This post was last modified on 2 Dicembre 2016 - 18:41