Si chiude il 2016 per la formazione Primavera del Milan che dopo l’ultimo ko casalingo contro la Lazio archivia una stagione fra alti e bassi. E’ stato un anno particolare, sicuramente reso memorabile per l’approdo – e l’assoluta qualità – dei tanti giovani approdati in Prima Squadra. E nonostante una formazione Primavera sulle montagne russe, è questo il più grande successo della seconda squadra rossonera: aver adeguatamente preparato tanti elementi per il calcio dei grandi. Il bicchiere, dunque, è certamente mezzo pieno.
Rimarrà però il rammarico per un finale di stagione, quello scorso, condizionato dal cambio in panchina. Dopo quella notte di Arcore post Milan-Juve, Berlusconi decise di affidare la Prima Squadra a Cristian Brocchi e Stefano Nava venne promosso in Primavera. Dopo un Viareggio terminato nei quarti di finale contro la Juventus arrivò un inaspettato ko casalingo (ai rigori) contro l’Empoli che fece sfumare le fasi finali per una formazione che, girone di ritorno alla mano, si meritava ampiamente quel pass. Da agosto invece si è ripresi a girare sulle montagne russe. Un trofeo Mamma Cairo vinto con merito contro Torino e Juventus, l’ottimo inizio di stagione prima delle difficoltà difensive accusate. Tanti gol subiti, ma anche la consapevolezza che questo modello avvicini prima i ragazzi al calcio che affronteranno una volta usciti dal settore giovanile. E l’ultimo trofeo conquistato a Doha, con Donnarumma artefice della parata decisiva e Locatelli a giganteggiare in mezzo al campo, vogliono dire tanto. Il solco è tracciato e la strada è quella giusta.
E’ stato dunque un anno colorato ma anche in bianco e nero. Un anno di soddisfazioni, di riconoscimenti ma anche di sonore batoste. Quel che conta, però, è alzare lo sguardo verso la cresta luminosa quando viene indicata la luna. E non fermarsi al dito. Qui, il settore giovanile del Milan, vince sempre.