Per il momento sono tutti i contenti: il Chelsea, che a giugno se vorrà potrà riportare a casa un giocatore valorizzato, il Milan perché sta facendo fruttare il prestito, utile per la crescita e i successi della squadra, e ovviamente Pasalic, a cui è successo qualcosa che difficilmente avrebbe immaginato a inizio stagione: calciare il rigore decisivo, quello della Supercoppa.
Quasi impossibile prevedere un finale di 2016 del genere. L’arrivo in rossonero dopo il lungo infortunio (ernia discale), dopo che non giocava dal 14 febbraio, poi la prima apparizione agli sgoccioli di ottobre quando in molti lo avevano già classificato alla voce “oggetti misteriosi”. Doveva tirare come terzo, così voleva l’allenatore, ma qualcuno ha chiesto di cambiare la scaletta e allora il primo penalty della carriera ha fatto storia per davvero. Mario a Doha come Sheva a Manchester, anche se il metallo della coppa è evidentemente meno pregiato. E Mario come Montella, perché quando ha segnato ha imitato l’aeroplanino per qualche secondo. Un talento che piace, serio lavoratore, giovane (21 anni) e perfettamente idoneo all’interno del progetto tanto caro a Berlusconi; ha imparato in fretta l’italiano e in campo offre un buon rendimento da mezzala sia a destra che a sinistra.
This post was last modified on 27 Dicembre 2016 - 16:06