Il calcio è costellato di mezze verità e bugie raccontate al meglio. Non si tratta dunque di una novità. Sicuramente risulta essere episodio curioso quando sono gli stessi protagonisti a smascherarsi a vicenda, appartenendo (tra l’altro) alla stessa bandiera. È questo l’ilare caso avente Montella e Galliani come attori principali della puntata “Locatelli diffidato“.
Tutto ha inizio il venerdì mattina, in quel di Milanello, durante la conferenza stampa del tecnico campano. A precisa domanda sulla titolarità dell’ex Primavera, il nativo di Pomigliano d’Arco risponde così: “Il calciatore diffidato non mi preoccupa mai, anche precedentemente non ho mai escluso nessuno per questo motivo. Domani è la gara più importante, la Supercoppa verrà dopo. Anche perchè, scusatemi, dovesse star fuori domani, non si tratterebbe di una doppia squalifica? La gara contro l’Atalanta e la sfida che obbligatoriamente, prima o poi, salterà”. Semplice, diretto e di facile intuizione il ragionamento di Vincenzo. Lo scenario poi cambia, si passa da Carnago a San Siro, con l’unico filo conduttore nella nebbia. Arriva il momento delle scelte, Manuel sta fuori, in regia c’è Bertolacci. E qui sorge il primo dubbio.
Questione ancor più bizzarra quando a prendere parola è l’amministatore delegato rossonero. “Concentriamoci su Doha – esordisce il dirigente – l’anno solare non finisce qui, abbiamo la partita a Doha contro la Juventus. Tra l’altro incontreremo i bianconeri 4 volte. E’ una soddisfazione aver giocato due finali quest’anno. Tra primi e secondi abbiamo 45 trofei. Abbiamo deciso con l’allenatore di preservare Locatelli per permettergli di giocare la finale di Doha, essendo a rischio diffida. Vogliamo regalare un trofeo ai nostri tifosi vincendo un trofeo“. Ma come? E la questione “doppia squalifica” dove è andata a finire? Fortunatamente, la dolce falsità di Montella ha lasciato il posto al buon senso condiviso tra condottiero e dirigenza. Con giusta ragione, Locatelli non è stato rischiato, potendo dunque riposare a livello fisico e mentale. Troppo importante la sua presenza contro la Juventus, vittima da 3 punti non più di due mesi fa, cardine insostituibile da alcuna pedina del Diavolo. Ora testa a Doha, in vista della grande finale da professionista: con la speranza che possa essere la prima di una lunga serie, ça va sans dire con la maglia rossonera.
This post was last modified on 18 Dicembre 2016 - 23:56