Silvio Berlusconi come Santiago Bernabeu. Grazie alla vittoria di ieri in Supercoppa Italiana contro la Juventus, il presidente rossonero ha inanellato il ventinovesimo trofeo della sua trentennale epopea rossonera. Trofeo che probabilmente ha un gusto particolare, diverso dagli altri: il motivo, facile a dirsi, è che arriva dopo cinque anni e mezzo di assoluto digiuno, condito da tante umiliazioni innanzitutto per i tifosi.
L’analisi compiuta questa mattina dall’edizione in edicola de Il Corriere della Sera, erge Vincenzo Montella, al primo titolo da allenatore dopo due finali perse, a simbolo più fulgido del nuovo Milan vincente. Un Milan pieno zeppo i giovani, che sbaglia l’approccio al match tramortito dalla tracotanza della Juventus. Che prende lo schiaffo di Chiellini, ma dopo di ciò sale in cattedra con i suoi attori funamboli, ovvero Suso e Jack Bonaventura, meritando ai punti la vittoria, poi ottenuta ai rigori.
Già, proprio i rigori sono l’emblema di questo Milan, del Milan di Montella: ad essere decisivi sono Gigio Donnarumma, non ancora maggiorenne e Mario Pasalic, arrivato a Milanello come oggetto misterioso e trasformato dall’Aeroplanino in un centrocampista completo. Milan che raggiunge proprio la Juve a quota sette nell’albo d’oro della Supercoppa Italiana, che deve essere il punto di partenza per tornare grandi, insieme.
This post was last modified on 24 Dicembre 2016 - 09:35