Ha un sapore fastidioso questo risveglio pre-natalizio del Milan che fino a una settimana fa, prima della sfida alla Roma, era in lizza per diventare l’anti Juventus e ora si ritrova quarto in classifica, in attesa della Lazio che potrebbe far scivolare al quinto posto la banda di Montella. 180 minuti senza vittorie e senza gol, nessun dramma ma due campanelli d’allarme da non sottovalutare.
Il pareggio nella nebbia di San Siro contro l’Atalanta ha certificato il momento appannato dei rossoneri che ottengono solo un punto nelle ultime due partite del campionato del 2016. Era una posizione meritata quanto insospettabile all’inizio della stagione ma l’abitudine a stare in alto era diventata una piacevole certezza. Come ha detto il mister bisogna guardare il bicchiere mezzo pieno, tenersi le prestazioni e continuare a lavorare con questa intensità in vista di Doha e della Supercoppa contro la Juventus che ha in piccola parte condizionato l’ultimo match di San Siro, vedi l’esclusione di Locatelli perché diffidato o la sostituzione di Bonaventura ne momento di massima spinta.
Le reali forze del campionato stanno uscendo fuori, il Napoli ha superato il Diavolo, sta macinando vittorie su vittorie, è una macchina da gol e sta tornando sui livelli dello scorso anno. In un’utopistica quanto difficile corsa al terzo posto fino alla fine, la squadra di Sarri resta l’avversario principale e l’assoluta favorita per questo obiettivo. Anche la tanto vituperata Inter, presa di mira dagli sfottò comprensibili ma forse troppo affrettati dei tifosi rossoneri, se dovesse battere la Lazio si ritroverebbe a soli tre punti dai cugini rossoneri. Con una gara in più ma pur sempre in ripresa. La sensazione è che manchi poco a questa squadra per fare il definitivo salto di qualità e l’amaro in bocca cresce al pensiero che il mercato di gennaio sarà di basso profilo, come ha fatto trapelare la società. La condizione fisica appare in leggero calo e i cambi per i titolari non sono all’altezza per puntare con decisione alla zona Champions. Manca un girone e due partite al termine del campionato, mollare non è un verbo che deve trovare dimora a Milanello: uniti, con questo spirito per proseguire questo viaggio durato diciassette giornate e provare a continuare a sognare.