La fine dell’anno, per il calcio italiano, coincide da sempre con una lunga sosta del campionato. E le italiane, con il gioco fermo, non possono che tirare i primi (parziali) bilanci stagionali, in particolare sul calciomercato, ormai prossimo alla riapertura. E così anche il Milan, e noi nel nostro piccolo, proviamo a giudicare questa prima metà di stagione dei nuovi arrivati in maglia rossonera. Partiamo dall’acquisto più costoso dell’estate: Gianluca Lapadula. MVP e capocannoniere dell’ultimo campionato di Serie B, il Milan se l’era assicurato a fine giugno con un blitz in piena regola, staccando un assegno da ben 9 milioni e bruciando l’agguerrita concorrenza di Napoli e Sassuolo. Un inizio stentato causa diversi infortuni ne ha condizionato il rendimento iniziale e rischiato di pregiudicarne l’inserimento, ma oggi Lapagol è diventato una risorsa preziosa per Montella: 12 presenze e 4 (pesanti) reti all’attivo, ma soprattutto una carica e una fame di rara intensità, tanto da insidiare la titolarità di Bacca. Gol e verve hanno reso Lapadula, voluto personalmente dal presidente Berlusconi, uno dei calciatori emotivamente più apprezzati dalla Curva rossonera.
Poi, dopo il numero 9, un mese di blocco. Diavolo totalmente fermo sul mercato, congelato tra le trattative per la cessione del club e nomi soltanto chiacchierati sui giornali. È stallo sino alla prima settimana di agosto, quando dal Lanus arriva l’atteso difensore centrale: Gustavo Gomez. Nazionale paraguaiano e fresco campione d’Argentina, Galliani lo tessera come partner titolare di Romagnoli, ma per ora è rimasto defilato: Gomez studia il calcio italiano e si migliora a Milanello alle spalle dell’intoccabile coppia Paletta-Romagnoli, pur avendo collezionato diverse presenze (tra cui la delicata trasferta di Napoli e il derby). Il potenziale, però, sembra esserci: è a tutti gli effetti un acquisto di prospettiva. Punto interrogativo enorme, invece, sull’altro difensore: Leonel Vangioni. Primo arrivo della campagna acquisti, l’argentino vantava (e vanta) una carriera di prestigio con le maglie di Newell’s Old Boys e River Plate, ma per ora ha rappresentato un’incognita totale: zero presenze stagionali e qualche apparizione in amichevole, dove non ha sfoggiato particolari qualità. Un vero e proprio oggetto misterioso.
Alti e bassi, invece, a centrocampo. Il reparto (probabilmente) più bisognoso di rinforzi è stato puntellato ad agosto inoltrato con tre acquisti: Sosa, Pasalic e Mati Fernandez. Insufficiente il Principito – la costosa ex stella del Besiktas ha giocato poco e male – sorprendente il croato: intelligente, talentuoso e freddo (vedi il rigore vincente in Supercoppa), Pasalic è piaciuto molto, risultando una freccia in più nell’arco di Montella. Iellato e “invisibile”, invece, Mati: il colpo last minute di Galliani ha pagato un ko muscolare rimediato in Nazionale ancor prima di arrivare a Milanello. L’allenatore però lo conosce perfettamente e lo considera tra i primi cambi della panchina: il cileno potrà tornare utile più avanti nella stagione. Ma in vista di gennaio, sarà qui, in mediana, che il Milan dovrebbe operare con maggior vigore: urge un cambio per Locatelli, con Montolivo ai box ancora per diverse settimane.