Il closing, forse, verrà anche rinviato, ma al Milan ci sono delle scadenze che non possono attendere e che con il passare del tempo rischiano di diventare grane. Sono 3 i punti fondamentali da affrontare nei prossimi 100 giorni, analizza Tuttosport: il mercato di gennaio, i rinnovi di diversi giovani talenti in rosa e la questione stadio, completamente in stand-by.
Il mercato. Se i cinesi si paleseranno il 13 dicembre, allora sarà di loro competenza, se no verrà condiviso: la gestione spetterà a Berlusconi e Galliani, ma il parere della nuova proprietà resterà decisivo. I rossoneri sono secondi in classifica in campionato, Montella sta facendo miracoli con i giocatori a disposizione, però è evidente che per rimanere in zona Champions fino a maggio occorrono degli acquisti che aumentino la competitività dell’organico. Un rinforzo per reparto, forse il minimo o forse no: Musacchio in difesa, Rudy o Badelj a centrocampo e Keita, Gabbiadini o Bellarabi in attacco, per esempio. Quindi serviranno soldi, freschi o derivanti dalle cessioni. Senza cedere, ovviamente, la spina dorsale della squadra, anzi blindando i propri gioielli: da Donnarumma, il caso più “spinoso” considerata la presenza e le possibili richiesta di Raiola, a De Sciglio (ingaggio di 1.5 milioni fino al 2018), Locatelli, Bonaventura (guadagna “solo” un milione), Niang e Suso (in scadenza 2019 e in attesa di un ritocco).
Infine, lo stadio. Il Milan di Berlusconi, dopo aver fallito l’idea di Barbara di costruire un impianto di proprietà, ha deciso di rimanere a San Siro ma al tempo stesso le vicende societarie hanno bloccato l’avvio del progetto di rinnovamento pensato dall’Inter e approvato dal Comune, i quali attendono con un certo nervosismo in quanto vorrebbero migliorare velocemente il “Meazza” a livello di fruibilità e ricavi.