Un ritardo tecnico e nulla più, almeno così pare, dovuto ai problemi del piano alternativo studiato dagli advisor impegnati nella cessione e quindi alla necessità di battere la strada già percorsa per i precedenti versamenti: via Hong Kong. Non c’è più niente di scontato, ma attorno alla vicenda rimane a regnare un cauto ottimismo.
I manager di Fininvest, ieri, su sollecitazioni di Silvio Berlusconi, hanno sollecitato Sino-Europe per svelare – finalmente – i nomi che comporrebbero la nuova proprietà. Yonghong Li guida un gruppo di 4-5 imprenditori, ma l’unico fatto certo è che la lista in esame non è ancora definitiva. Nelle scorse ore, però, hanno preso quota e credibilità soggetti bancari come la Huarong International la Bank ok Guanghzou; il riserbo, magari, scadrà oggi. Fininvest non si è mai scomposta, ricevendo rassicurazioni sul bonifico della seconda caparra e fiduciosa sulle prossime tappe: nessun problema, insomma, anche perché con 200 milioni di caparra le garanzie di raggiungere il closing sembrano davvero altissime. A questo punto, SES vorrebbe recuperare un po’ del tempo perso. Tenendo conto del limite massimo, adesso imposto al 3 marzo 2017, i cinesi contano di ottenere gli attesi visti entro il prossimo mese: ragionevolmente a circa due settimane prima della chiusura del mercato. E allora gli scenari cambierebbero in fretta, forse, ma guai ad illudersi.
This post was last modified on 13 Dicembre 2016 - 10:01