Per il governo nazionale ognuno ha le sue idee, ma non c’è dubbio che quello che servirebbe al Milan di questi tempi è una “grosse koalition“, un governo di responsabilità rossonera per cercare di uscire dall’immobilismo attuale. Esordisce così la versione odierna del Corriere della Sera, analizzando il difficile momento di impasse del Diavolo.
Il giorno fissato per il closing, proseguono i colleghi, sembra lontanissimo, ma la transizione sta diventando “una insopportabile melina a centrocampo”. Continui passi avanti per poi tornare indietro, difficoltà di comprensione e comunicazione poco chiara. Interessi contrapposti, strategie diverse e necessità personali, si legge, tutto sulla pelle del Milan. L’ultimo esempio come manifesto dell’intero periodo di appannamento dirigenziale: oggi la squadra partirà per Doha, ma tra Adriano Galliani (attuale ad) e Marco Fassone (ad scelto dai cinesi) non c’è stato alcun incontro, fondamentale per studiare le lacune della rosa.
Un mercato che certamente sarà low cost, questo è fuor di dubbio, ma che necessita un minimo di progettazione. Inutile dunque, evidenzia il Corriere, fare ogni giorno dei nomi diversi per ipotetici obiettivi di trattative, servirebbe ogni volta l’accordo di entrambe le metà. Ma non solo questo. C’è l’urgenza di parlarsi, e così sembrava fosse lo stato delle cose, ma poi l’incontro non è mai avvenuto, sparendo dalle agende dei due manager. È certamente difficile il mercato a due teste, ma, visti i risultati della squadra, in estate non è andata poi così male. In inverno si può fare meglio.