Tra sofferenza e buona sorte. Il Milan non fa un sol boccone del Crotone nel lunch match di giornata, patisce un avversario umile e operaio, rischia di fallire ma centra l’obiettivo: Montella non tradisce e prosegue la propria straordinaria marcia stagionale, portando a casa i tre punti e la blindatura del secondo posto in classifica. Gli uomini di Nicola interpretano la gara esattamente come nelle attese della vigilia ma creano più problemi del previsto, passando addirittura in vantaggio (salvo essere ripresi dopo un quarto d’ora) e crollando solo al fotofinish, a causa di una rete da gran centravanti del sempre più decisivo Lapadula. Proprio come dodici mesi fa, quando Milan e Crotone si sfidarono in Coppa Italia, il Diavolo stenta ma trova il risultato: un anno fa furono gli ottavi del torneo, oggi una vittoria importante a -2 gare di campionato dalla sosta natalizia.
Eppure, inferiore al Milan e senza un gioco granché brillante, il Crotone ha accarezzato l’impresa. Ha giocato compatto e senza concedere spazi, sfruttando al meglio un’amnesia della difesa rossonera per passare in vantaggio con Falcinelli. Abate e compagni reagiscono, cercano di macinare gioco ma le occasioni latitano: sembrano esserci i prodromi per un brutto pomeriggio, a meno di trovare salvifiche giocate estemporanee. Ma Suso non incide e Niang incappa in un pomeriggio “no”, mentre il miglior solista della rosa (Bonaventura) e l’attaccante più letale (Bacca) sono ai box per infortunio. I rossoneri pungono poco per tutti e 90 i minuti, soffocati dalla densità creata dall’avversario, ma sbrigliano la matassa in tre mosse: un calcio piazzato (che porta al pareggio di Pasalic), una giocata da “9” di razza di Lapadula e soprattutto la solidità a 360° della squadra. Il Milan non perde equilibrio tattico né pazienza, pur attaccando sterilmente e fallendo addirittura un calcio di rigore, e trova con caparbietà e buona sorte l’episodio favorevole che fa girare la partita a suo favore.
Insomma: Milan-Crotone è stata una gara di sofferenza, acciuffata solo last minute e senza abbagliare per gioco e per occasioni da gol, ma è un’altra tappa importante nel processo di crescita della squadra e nella corsa a un posto Champions. Out Bonaventura, Bacca e Mati, con un Suso poco efficace e con i vari Niang, De Sciglio, Locatelli e Sosa decisamente insufficienti – il francese è stato “dannoso” e non solamente per il penalty fallito – ma Milan comunque vincente: segno che si gioca e si vince sempre più come gruppo, puntando sull’ormai assodato equilibrio tattico e mentale portato da Montella e senza dipendere troppo dai talenti più decisivi, riuscendo a sopperire ad assenze pesanti. Anche con un pizzico di sana fortuna, componente necessaria per riuscire in ogni ambito della vita e ancor di più nel calcio. Ma a gennaio, se l’ambizione sarà quella di arrivare sul podio, servirà allungare la panchina nel numero e nella qualità, offrendo al tecnico armi spendibili a gara in corso e ricambi all’altezza. Altrimenti servirà un’impresa.
This post was last modified on 4 Dicembre 2016 - 23:27