Che il mercato di gennaio sarebbe stato difficoltoso e imballato lo si sapeva da quando il closing è slittato a marzo, con la conseguente comunicazione di Milan e SES in cui si affermava che ogni operazione dovrà essere condivisa e approvata da entrambe le parti e che sarà sostanzialmente un mercato a bilancio zero: entra qualcuno solo se esce qualcun’altro.
Fino a qui niente di inaspettato e trascendentale, i tifosi del Milan, tronfi e gioiosi del successo in SuperCoppa, si erano messi il cuore in pace da un po’. Il problema è che questa condivisione e queste idee calcistiche divergono e bloccano anche le piccole operazioni. E’ il caso di Orsolini. Nessun problema e nessuna rottura ma un significativo esempio di idee differenti e di come sia difficile agire per Galliani in questo momento. L’attaccante classe ’97 dell’Ascoli era un obiettivo concreto della società rossonera, aveva tutte le caratteristiche per entrare a far parte di questo Milan voluto da Berlusconi (giovane e italiano), Galliani l’aveva pubblicamente esaltato e cercato e aveva fatto intendere che avrebbe voluto regalarlo subito all’aeroplanino. Con la cessione imminente di Luiz Adriano si sarebbe incastrata anche la casella dell’uscita ma sul più bello è arrivato il no dei cinesi e la conseguente fine della trattativa. Non si conoscono le reali motivazioni del rifiuto, se di natura tecnica o economica, ma resta il veto su questa operazione. Non parliamo di Maradona, il ragazzo deve ancora crescere e dimostrare di essere da Milan ma è un forte esempio di come questa pluralità di teste decisionali stia bloccando il mercato milanista.
Una possibile occasione non colta che va ad aggiungersi ai rinvii per il rinnovo di Bonaventura e al momentaneo silenzio assoluto su quello di Paletta. L’ultima parola spetta alla cordata asiatica, Orsolini è ormai sfumato, ufficialmente il mercato non è ancora iniziato ma c’è sempre meno tempo per fare un regalo di Natale, in ritardo ma pur sempre un regalo, al mister campano.